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Campagna “Ripartenza a porte aperte”: “Vogliamo strumenti e dati per monitorare l’uso dei fondi del Recovery Plan”.

Chiediamo che, nella versione definitiva di PNRR che il Governo dovrà inviare a Bruxelles entro fine aprile, si prevedano due punti chiave: una efficace piattaforma di monitoraggio del Recovery Plan e il riconoscimento del ruolo di vigilanza diffusa della società civile in tutte le sue fasi ” dichiarano le organizzazioni che hanno lanciato la campagna “Ripartenza a porta aperte” per chiedere partecipazione e trasparenza sul PNRR.

Quanto alla piattaforma di monitoraggio, essa ha avuto finora una vicenda travagliata: prevista nella prima bozza di Piano presentata dal governo Conte, era scomparsa poi nell’ultimo testo approvato in Consiglio dei ministri per ricomparire poi nella relazione di maggioranza sulla proposta di PNRR che il Parlamento ha approvato a fine marzo.

Ancora non sappiamo se tale indicazione sia stata effettivamente inserita nel Piano e non vorremmo fosse l’ennesima, costosa infrastruttura digitale che in breve tempo finisce inutilizzata. Chiediamo invece che sia costruita seguendo i pilastri del governo aperto, garantendo trasparenza, partecipazione e un’effettiva rendicontabilità del Recovery Plan. Deve essere interoperabile con altre banche dati e completa di dati aperti continuamente aggiornati, ma anche comprensibile e fruibile a tutti, prevedendo visualizzazioni chiare e intuitive delle informazioni e l’uso di un linguaggio chiaro”, continuano le associazioni. La piattaforma “ci permetterà di tracciare l’uso dei fondi, scongiurando che a beneficiarne siano i soliti noti o i soggetti che vantano rapporti più stretti con la politica e fanno per questo valere la loro influenza”.

Sappiamo ad esempio come proprio durante la fase di esecuzione  spesso i progetti si trasformano, si disperdono o finiscono con il non raggiungere i risultati previsti. In questi casi, i tanti occhi della cittadinanza monitorante concorrono a prevenire abusi, opacità e malamministrazione”.

Le associazioni chiedono che espressamente, all’interno del Plan, sia previsto il riconoscimento formale del ruolo di monitoraggio della società civile già fissato dalla normativa di prevenzione della corruzione: “stiamo lavorando a generare osservatori, laboratori e report di vigilanza che vogliamo mettere in campo. Chiediamo che queste azioni vengano espressamente riconosciute, sostenute e integrate nella governance di monitoraggio del PNRR. Non si può pensare che avvengano con il solo contributo di forze volontaristiche: chiediamo che si preveda espressamente di destinare lo 0,01% dei fondi del PNRR, pari a circa 2 milioni di euro, a questo specifico fine. Ad oggi su questo non abbiamo ancora letto nulla, né nelle bozze del Piano né nelle relazioni delle Commissioni”.