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Ministra Cartabia, su lobbying e conflitto di interessi ascolti la voce di 40.000 cittadini

In data odierna The Good Lobby ha scritto alla Ministra Marta Cartabia una lettera in rappresentanza dei 40.000 cittadini italiani che chiedono di ottenere finalmente una legge sul conflitto d’interesse e per la regolamentazione del lobbying.


Gentile Ministra Cartabia,

Le scriviamo in rappresentanza di oltre 40.000 cittadini impegnati a ottenere una legge sui conflitti di interessi e una regolamentazione del lobbying , provvedimenti giudicati tanto più urgenti ora che il nostro Paese si troverà a gestire le ingenti risorse del PNRR . Ci preme sollecitare il Governo affinché – in pieno accordo con il Parlamento – raccolga il nostro appello e consideri le leggi sui conflitti di interessi e sul lobbying una priorità.

Come ha di recente dichiarato il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynerds audito dalla Commissione Affari costituzionali della Camera lo scorso 24 febbraio, benché l’Italia vanti oggi un articolato quadro normativo atto a prevenire e contrastare la corruzione, ha ancora una disciplina frammentaria sui conflitti di interessi ed è priva di una legge sul lobbying e sul pantouflage .

The Good Lobby, organizzazione che si occupa di rendere più inclusivo, equo e democratico l’accesso al potere, ha raccolto oltre 40.000 firme per sollecitare le istituzioni a colmare questa grave lacuna, su cui veniamo da tempo invitati ad agire da tutte le istituzioni internazionali (Consiglio d’Europa, Unione Europea, OCSE). Tredici primarie organizzazioni della società civile (da SlowFood alla Lipu, da Altroconsumo a Cittadinanzattiva) si sono unite a noi per dar vita alla coalizione Lobbying4Change , accomunate dalla convinzione che il lobbying sia un cruciale strumento di partecipazione democratica che permette agli interessi – siano essi diffusi o privati – di rappresentarsi presso le istituzioni e ai decisori pubblici di ricevere dati, informazioni, punti di vista essenziali per compiere scelte più efficaci. Oggi però le decisioni pubbliche sono spesso opache e i percorsi di consultazione degli stakeholder ancora pochi col rischio che a prevalere siano soprattutto gli interessi privati, più in grado di interagire professionalmente coi decisori pubblici e, quindi, di farsi ascoltare.

Serve una normativa che contribuisca a sanare questo disequilibrio di cui scontiamo tutti – attraverso l’emergere di uno scontento e di una sfiducia verso le decisioni prese dalle istituzioni – le drammatiche conseguenze. Nella XVIII legislatura sono state presentate alla Camera tre proposte di legge (A.A.C. 196, 721 e 1827) su cui è stato avviato un ciclo di audizioni presso la Commissione Affari costituzionali. Tutti i soggetti intervenuti – accademici, rappresentanti del mondo economico e sociale – hanno espresso parere positivo sui testi in esame. Affinché l’iter riparta la pressione della società civile non è sufficiente, ma serve anche un chiaro impegno politico , tanto più urgente ora che l’avvio del Recovery Plan rende ancor più necessario poter tracciare le interazioni tra policy makers e possibili beneficiari dei progetti che verranno messi in campo.

Anche in materia di conflitti di interessi, le tre proposte di legge (A. A. C. 702, 1461, 1843) accorpate in un testo base adottato dalla Commissione affari costituzionali della Camera lo scorso 6 ottobre aspettano di riprendere l’iter parlamentare. L’arrivo delle risorse del Next Generation Eu ci impone di evitare che l’interesse pubblico possa essere scalfito dal prevalere di interessi privati. Siamo convinti sia indispensabile che il nostro Paese si doti finalmente di un efficace apparato normativo che scongiuri il rischio che vengano facilitate clientele, parentele, interessi di bottega al danno degli interessi di tutti.

Abbiamo molto apprezzato il suo gesto di incontrare i capigruppo delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato per fissare le priorità dell’agenda politica anche a partire dal lavoro già instradato in Parlamento. Saremmo altrettanto felici se volesse ascoltare la voce della società civile, di chi ha a cuore l’integrità pubblica e si batte per la piena trasparenza delle istituzioni.

Le chiediamo di prendere in considerazione la voce di quegli oltre 40.000 cittadini e di quelle organizzazioni che rappresentano gli interessi diffusi che come noi si battono per scongiurare che anche solo un centesimo dei fondi del Next Generation Eu possa essere dissipato.

Certi del Suo ascolto, Le inviamo i nostri migliori saluti.