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Richiesta ai candidati alla presidenza di Lombardia e Lazio: “serve registro trasparenza”

Per prevenire scandali come il Qatargate che possono intaccare i fondi del PNRR che gli enti regionali stanno già investendo nei propri territori, The Good Lobby chiede ai candidati presidenti della Regione Lazio e della Regione Lombardia di implementare il Registro della trasparenza e le Agende degli incontri con i portatori d’interessi. 

 

In attesa di una legge nazionale sul lobbying che tarda ad arrivare nonostante le principali istituzioni internazionali la raccomandino da anni al governo italiano, nel corso degli anni 7 regioni italiane si sono dotate di una propria regolamentazione anche se quasi tutte sono rimaste sulla carta senza essere rese effettive oppure senza una corretta applicazione. Tra queste c’è la Regione Lombardia che ha approvato una legge sul lobbying nel 2016 e dispone di un Registro della trasparenza. Il registro, tuttavia, presenta i dati solo in formato pdf ed excel e ha evidenti buchi, perché risultano iscritti meno di  90 portatori d’interessi, un numero davvero esiguo considerato che la Lombardia governa oltre 10 milioni di abitanti e ha competenze su materie importanti come la sanità e l’ambiente.

 

La limitatezza dei dati pubblicati lascia pensare che il Registro non venga effettivamente usato. Un risultato prevedibile, dato che non sono previsti controlli sulla corretta iscrizione al Registro e che le sanzioni sono emesse dall’Ufficio di Presidenza, quindi non da un organo terzo capace di garantire indipendenza decisionale. La normativa, inoltre, non prevede le Agende degli incontri che i membri della Giunta dovrebbero pubblicare per tener traccia dei portatori d’interessi incontrati, e nemmeno regole per impedire il fenomeno delle porte girevoli fra politica e affari. Una soluzione al revolving doors è un periodo di raffreddamento di almeno due anni, cioè un intervallo di tempo in cui un membro della Giunta regionale non può accettare incarichi lavorativi presso enti privati che si occupano dei temi trattati durante il mandato da Assessore o Presidente. Questo per impedire che informazioni riservate, come dossier strategici, e contatti istituzionali passino ad un attore privato. 

 

Ai candidati alla presidenza della Regione Lombardia chiediamo quindi di migliorare la normativa sulla rappresentanza d’interessi implementando:

 

  • una piattaforma semplificata per i cittadini per consultare efficacemente il Registro della trasparenza;
  • le Agende degli incontri con i portatori d’interessi;
  • informazioni più precise su chi svolge attività di lobbying, come le risorse economiche dedicate;
  • un sistema di controlli in capo ad un ente terzo e di sanzioni efficaci;
  • un periodo di raffreddamento di 2 anni per i membri della Giunta regionale che intendono svolgere attività di rappresentanza di interessi una volta concluso il loro mandato;

 

La Regione Lazio invece non si è ancora dotata di una normativa sul lobbying, nonostante nel 2021 l’allora consigliere Ciani del Partito Democratico, oggi membro della Camera dei Deputati, avesse presentato una proposta di legge (N.284) molto simile alla normativa lombarda e quindi con tutte le criticità già segnalate. 

Chiediamo ai  candidati alla presidenza della Regione Lazio, di impegnarsi ad approvare una legge sulla rappresentanza d’interessi completa di tutti gli elementi sopracitati. 

 

“L’Italia, dopo più di 100 proposte di legge in 50 anni, non si è ancora dotata di una legge sul lobbying” – afferma Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby – “le Regioni italiane, che insieme agli enti locali stanno effettivamente gestendo le decine di miliardi di fondi del PNRR, devono dotarsi di una regolamentazione sul lobbying adeguata per rendere trasparenti i rapporti tra le istituzioni e i portatori d’interessi. Non possiamo più accettare scandali come quello del Qatargate. Chiediamo ai candidati un impegno serio”.