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4 Marzo 2022

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Il Corporate index delle aziende a sostegno dell’Ucraina

Da quando è iniziata l'invasione russa dell'Ucraina, un numero crescente di società ha smesso di operare in Russia. Eppure la maggior parte delle aziende è rimasta in silenzio. Poiché riteniamo che il modo più veloce per porre fine alla guerra sia smettere di commerciare con la Russia, disinvestire i beni russi e rifiutarsi di finanziare il regime di Putin, abbiamo deciso di creare assieme a Progressive Shopper il Corporate Index delle aziende a sostegno dell'Ucraina. Contemporaneamente sono nate iniziative simili alla nostra, coordinate da istituzioni universitarie, capaci quindi di fare affidamento su uno staff di ricercatori più numeroso rispetto al nostro. Data la loro capacità di monitorare più approfonditamente lo scenario in continua evoluzione, abbiamo deciso di sospendere il nostro lavoro e rimandarvi all'indice dell'università di Yale.

di The Good Lobby

Dall’inizio della guerra abbiamo deciso di riportare per alcuni mesi quali aziende nazionali e internazionali decidevano di lasciare il mercato  Russia e quali,  invece, mantenevano lì la propria produzione e vendita. Da quando abbiamo creato questo indice insieme all’ufficio di The Good Lobby Bruxelles, sono tante le aziende che hanno cambiato idea, come Lavazza, e hanno sospeso la propria attività commerciale in Russia per togliere risorse economiche al regime di Putin e protestare contro l’invasione in Ucraina.

Contemporaneamente sono nate iniziative analoghe, coordinate da istituzioni universitarie, capaci quindi di fare affidamento su uno staff di ricercatori più numeroso. Data la loro capacità di monitorare più approfonditamente lo scenario in continua evoluzione, abbiamo deciso di sospendere il nostro lavoro e rimandarvi all’indice dell’università di Yale, costantemente aggiornato e coordinato dal professor Jeffrey Sonnefeld, a cui collaborano un gruppo di di esperti e studenti di analisi finanziaria, economia, contabilità, geopolitici e affari eurasiatici. Questo indice è quindi affidabile, poiché oltre alla sicurezza che garantisce il team di esperti che lo cura, riporta  fonti ufficiali, come gli archivi governativi, e analisi di documenti fiscali, dichiarazioni aziendali, rapporti di analisi finanziari e giornali. Il team di esperti a capo dell’indice consulta inoltre insider aziendali e informatori.

Grazie per averci seguito fin qui!

 

Indice aggiornato fino al 15/04/22

 

Questo indice ha riportato regolarmente la posizione e le scelte delle società nei confronti della Russia all’indomani dell’invasione dell’Ucraina.  Ha inteso informare investitori, clienti e cittadini su se e come le aziende e i marchi si sono posizionate rispetto al conflitto in corso. Lo scopo dell’indice è orientare gli investimenti e gli acquisti segnalando le aziende che si comportano in modo responsabile, denunciando quelle irresponsabili.

“Nonostante l”adesione dichiarata ai criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) che dovrebbero guidare il loro operato, la maggior parte delle aziende non sembra rispettarli davvero di fronte alle violazioni sociali e di governance derivanti dall’invasione dell’Ucraina. Investitori, clienti e cittadini meritano di sapere da che parte del conflitto russo-ucraino stanno le aziende e i marchi”, ha affermato il professor Alberto Alemanno, fondatore di The Good Lobby.

Mark Hanis, fondatore di Progressive Shopper, ha dichiarato che “il settore privato non può rimanere ai margini di questa crisi e deve prendere posizione contro la Russia. I consumatori si aspettano che gli amministratori delegati mostrino la stessa leadership della maggior parte dei leader politici e li giudicheranno di conseguenza. Finché Putin porterà avanti l’invasione dell’Ucraina, queste aziende dovrebbero interrompere i loro affari con la Russia”.