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26 Giugno 2025

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Approvato alla Camera il ddl sull’lA: non tutela i nostri diritti

Il disegno di legge sull'Intelligenza Artificiale approvato alla Camera affida il controllo al Governo e non garantisce la tutela dei diritti fondamentali. Come Rete Diritti Umani Digitali chiediamo un cambio di passo

di Bianca Dominante

Firma ora per fermare la sorveglianza biometrica di massa

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  • Valeria R.

    1 giorni fa

  • Nicola G.

    5 giorni fa

  • settimio c.

    11 giorni fa

Dopo un primo, deludente passaggio al Senato, ieri la Camera ha approvato il disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale respingendo quasi tutti gli emendamenti dell’opposizione – ispirati anche dal nostro lavoro di coalizione – che senz’altro gli avrebbero dato un volto migliore. Ora il testo torna al Senato, ma la direzione è evidente: si preferisce dare carta bianca al Governo, rinunciando a quelle garanzie essenziali per la tutela i diritti fondamentali. 

In quanto membri della Rete per i Diritti Umani Digitali siamo molto preoccupati da questa deriva.
Ci preoccupa, in particolare, la decisione di non istituire un’autorità indipendente per vigilare sull’IA, affidando invece il controllo ad agenzie governative indicate dallo stesso esecutivo (AGID e ACN). Una decisione che non garantirà l’indipendenza dalla politica necessaria per ricoprire un simile compito: ricordiamo, infatti, che Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza, ha partecipato a un evento elettorale di Fratelli d’Italia nel 2024.

Questo, però, è solo uno dei punti critici della giornata di ieri.
È stata respinta anche la proposta di affidare al Garante per la protezione dei dati personali il compito di assicurare una spiegazione a chi ritiene di aver subito una violazione dei propri diritti umani a causa di un sistema di IA.

Allo stesso modo è stato bocciato l’emendamento che chiedeva il divieto totale della sorveglianza biometrica in tempo reale. Qualcuno potrebbe sostenere che questa pratica sia già vietata dall’AI Act europeo, ma le numerose eccezioni previste dal regolamento europeo rendono la misura troppo fragile per garantire una tutela effettiva.

In questo contesto si inserisce il DL Sicurezza, che introduce l’uso delle body cam da parte delle forze di polizia senza, tuttavia, prevedere regole chiare su conservazione, accesso e finalità dei dati. Questo significa che ogni persona ripresa potrà essere analizzata, identificata e schedata anche a distanza di tempo, se ritenuta “rilevante” per un’indagine.

Un impianto normativo così costruito rischia di aprire la strada a una sorveglianza diffusa, con conseguenze concrete sulla libertà di espressione, sul diritto a manifestare e sulla partecipazione democratica.

Serve un cambio di rotta.
Non vogliamo un’IA governata da logiche opache e centralizzate: chiediamo a gran voce regole trasparenti, istituzioni autonome e, soprattutto, la tutela dei diritti di tutte e tutti noi! 

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