Ancora troppe aziende, anche italiane, sono rimaste immobili e in silenzio di fronte all’iniziativa globale di abbandonare il mercato russo.
Dopo settimane dall’inizio del conflitto, questo comportamento non è più giustificabile.
Perciò dobbiamo intensificare la nostra attività di contatto con i marchi che mancano all’appello per cercare di metterli di fronte alle loro responsabilità.
Fin dall’inizio del conflitto, abbiamo stilato in collaborazione con Progressive Shopper l’elenco “Corporate Index”, con cui monitoriamo il comportamento di decine di aziende italiane e internazionali.
Abbiamo registrato tutti gli atti concreti operati dalle aziende per cercare di contrastare la guerra: dalla condanna pubblica dell’invasione russa, all’aiuto ai rifugiati, alle donazioni, fino all’uscita dal mercato russo attraverso lo stop delle vendite e ai disinvestimenti.
Investitori, clienti e cittadini meritano di sapere da che parte del conflitto russo-ucraino stanno le aziende e i marchi che fanno parte della nostra vita quotidiana.
Diversi media, nazionali e internazionali, come Forbes, il Financial Times, La Stampa, Sky TG24 e Avvenire hanno dato spazio alla nostra iniziativa. Nicolas Kristof, giornalista del New York Times e vincitore di due premi Pulitzer ha rilanciato il nostro lavoro, twittando: “Mi chiedo perché le aziende stiano ancora sostenendo Putin finanziariamente”.
Abbiamo davvero bisogno del tuo aiuto per far sì che quest’iniziativa arrivi fino in fondo e costituisca un precedente storico che non potrà essere ignorato.
I fondi raccolti serviranno per coprire i costi di diffusione della campagna di raccolta firme e per continuare a fare pressione sulle aziende che risultano ancora indifferenti alla richiesta. Aziende che, molto spesso, contraddicono in modo plateale tutti quei principi etici a cui dichiarano di aderire.
Grazie di cuore.
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