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Il lato oscuro della semplificazione

Il Decreto Semplificazioni è diventato legge a settembre 2020, stravolgendo tutte le procedure finora vigenti in materia di regolamentazione degli appalti. Nel dossier “Il lato oscuro della semplificazione. Carenze e rischi del Decreto legge che agevola le procedure di appalto in pandemia”, realizzato in collaborazione con gli avvocati Nicola Pietrantoni, Giulia Mari e Matteo Pozzi dello Studio Isolabella di Milano, mettiamo in luce tutte le carenze di un quadro normativo poco chiaro, in alcune parti quasi confuso e difficilmente in grado di prevenire fenomeni di natura illecita, in primis la corruzione.

Non stiamo parlando solo di deroghe e semplificazioni per snellire le procedure, che di per sé sono buona cosa in questo drammatico momento di crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria, ma di un vero e proprio regime alternativo che sarà in vigore fino al 31 dicembre 2021 e che potrebbe avere pericolose ricadute su controlli antimafia e di responsabilità dei funzionari pubblici.

Il messaggio che governo e Parlamento sembrano mandare alla Pubblica amministrazione con questo provvedimento appena licenziato è: “agisci pure, in deroga a tutto, tanto non ne rispondi”. Alcune misure introdotte dal decreto rafforzano questa impressione indebolendo di fatto i controlli e deresponsabilizzano i funzionari.
Non è finita qui: come sottolinea ANAC, il frequente ricorso allo strumento della deroga implica anche possibili violazioni del diritto comunitario, dal momento che la contrattualistica pubblica è disciplinata prima di tutto da direttive europee.
Infine, c’è preoccupazione anche per la natura temporanea del provvedimento poiché, tra meno di un anno, sarà necessario coordinare la concreta gestione degli appalti (affidati entro il 31 dicembre 2021) con l’impianto normativo ordinario.