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Lobbying: finalmente riparte l’iter parlamentare. Le richieste di The Good Lobby per una normativa più ambiziosa

Erano anni che l’attendevamo e finalmente la Commissione Affari costituzionali ha ora avviato l’iter di esame delle 6 proposte di legge in materia di lobbying presentate in questa legislatura, calendarizzate per oggi pomeriggio. L’ultima, a firma del Presidente della Commissione Nazario Pagano, raccoglie i risultati della lunga indagine conoscitiva che ha visto esperti e accademici impegnati per mesi. The Good Lobby, da anni impegnata a sollecitare la politica a regolamentare i rapporti tra portatori di interessi e decisori pubblici, ha analizzato la proposta a prima firma Nazario Pagano, facendone emergere luci e ombre. 

L’obiettivo dell’analisi, consultabile sul sito dell’organizzazione, è quello di offrire, grazie anche all’ausilio dell’immagine del semaforo (verde: valutazione positiva; rosso: negativa; giallo: da migliorare), una lettura chiara e accessibile alla proposta di legge, per permettere non solo agli addetti ai lavori, ma anche alla cittadinanza, di comprendere i punti di forza e le criticità del testo. 

La proposta di legge ha il merito di delimitare con chiarezza l’attività di lobbying, introducendo un registro della trasparenza, applicandosi non solo al Parlamento, ma anche al Governo, alle Regioni, alle autorità indipendenti, alle città metropolitane e capoluogo. 

Restano tuttavia ancora alcuni nodi cruciali da affrontare: “È inammissibile che la disciplina sul lobbying non si applichi alle organizzazioni sindacali quando esse non svolgono attività di concertazione.” dichiara Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby. “Andrebbe poi previsto un periodo di raffreddamento di almeno 2 anni – e non solo 1 come previsto dalla pdl – per i decisori pubblici che intendano svolgere attività di lobbying dopo la fine del mandato. Inoltre, servirebbe una reciprocità negli obblighi di trasparenza: anche i decisori pubblici (e non solo i lobbisti) dovrebbero rendere noti online gli incontri che hanno con i portatori di interessi. E andrebbero introdotti meccanismi consultivi per superare le attuali asimmetrie che facilitano alcuni soggetti più prossimi alla politica rispetto ad altri”. 

Il deposito della proposta di legge Pagano sul lobbying arriva dopo un’indagine conoscitiva durata oltre un anno e un lungo silenzio istituzionale. Un passo significativo, frutto anche delle pressioni esercitate dalla rete #Lobbying4Change – coordinata da The Good Lobby Italia e composta da 52 organizzazioni – che ha contribuito a riaccendere il dibattito parlamentare sul tema. 

L’Italia è ancora priva di una legge organica sul lobbying. “Dopo oltre 108 tentativi falliti speriamo sia davvero la volta buona. Ora chiediamo alla Camera di procedere speditamente nella discussione del testo” afferma ancora Anghelé, “con l’augurio che vengano migliorati quegli aspetti che rendono il provvedimento ancora debole”.