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Io Voto Fuori Sede

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Per il diritto al voto reale dei cittadini in mobilità

Petizione diretta al Parlamento e al Governo

Petizione di

IoVotoFuoriSede è un comitato civico nato nel 2008 per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del diritto di voto per i cittadini in mobilità e che si batte per far approvare una legge che garantisca e tuteli il diritto di voto dei cittadini che vivono in Italia lontano dalla loro residenza.

In collaborazione con:

The Good Lobby
Rete voto sano da lontano

Per milioni di cittadini, studenti e lavoratori che studiano o lavorano in Italia lontano dal proprio comune di residenza è praticamente impossibile recarsi alle urne. Per farlo dovrebbero sostenere viaggi lunghi e costosi, assentandosi dai luoghi di studio o di lavoro, uno sforzo che la pandemia ha reso oltretutto rischioso. È accaduto a tutte le ultime elezioni, come ai referendum. Se non consentiamo subito ai fuori sede di votare a distanza, succederà ancora e ci sarà anno dopo anno un record di astensionismo che batte quello precedente. Firma anche tu per avere una legge e poter votare fuori sede dalle elezioni europee del 2024!

Secondo l’ISTAT, nel nostro Paese si stima che siano circa 4.9 milioni le persone alle quali viene sistematicamente preclusa la possibilità di esercitare il diritto di voto.

Si tratta soprattutto di giovani tra i 18 e i 35 anni che si spostano per motivi di studio o alla ricerca del primo impiego. Moltissimi di loro provengono dalle regioni del Sud, dalle quali sono costretti a emigrare verso il Nord Italia a causa delle scarse opportunità offerte nei loro territori.

Il video di Casa Surace a sostegno della campagna

Determinate categorie di lavoratori, come gli appartenenti a corpi militari, alle forze di polizia, ai vigili del fuoco e i naviganti (marittimi o aviatori), in realtà possono già votare al di fuori del proprio comune di residenza, ma solamente in occasione di elezioni politiche e referendum.

Tutti gli altri elettori e le altre elettrici hanno diritto solo ad alcune agevolazioni sui costi di viaggio sostenuti per raggiungere il loro comune di residenza. Gli sconti disponibili sono però limitati ai treni a lunga percorrenza o ai voli della compagnia di bandiera che hanno prezzi di base molto elevati. Di conseguenza, gli spostamenti hanno costi molto impegnativi da sostenere per un giovane studente o lavoratore.

Il problema dei costi poi non è l’unico che i cittadini in mobilità si trovano ad affrontare: per molti di loro risulta difficile se non impossibile lasciare il domicilio perché gli obblighi di lavoro o di studio non consentono lunghi spostamenti. Un impedimento che ai prossimi appuntamenti elettorali, come le Europee di giugno 2024, riguarderà milioni di persone.

Questo è il momento giusto per implementare, una volta per tutte, un sistema di voto a distanza.

La pandemia ha inoltre rimesso al centro del dibattito pubblico il ruolo dei territori in virtù della gestione dei fondi del PNRR in seno al piano europeo Next Generation EU. Proprio per questo, oggi, a maggior ragione, si impone con urgenza il tema del voto ai fuorisede nelle competizioni elettorali regionali e amministrative, fino ad ora in secondo piano nella battaglia per il voto a distanza, affinché non venga trascurata ancora una volta e soprattutto questa volta la voce delle generazioni più giovani. Senza tralasciare l’impatto che questa innovazione legislativa potrà produrre, dando spazio a un elettorato scevro da condizionamenti clientelari e mafiosi del voto.

Il voto a distanza è garantito già da anni in altri Paesi europei: in Svizzera, in Spagna e in Irlanda è possibile votare per corrispondenza; in Francia e in Belgio si può delegare il voto a un’altra persona; in Danimarca si può votare in anticipo, in un seggio speciale allestito per l’occasione presso il luogo in cui si è domiciliati; mentre in Germania è ammesso sia il voto per corrispondenza, sia il voto in un altro seggio, nei Paesi Bassi c’è la possibilità di delegare o di votare in un altro seggio. L’Italia è l’unico Paese europeo a non permettere il voto ai fuori sede, con l’eccezione di Cipro e Malta, piccole isole che non necessitano di sistemi per votare da remoto.

Nel corso degli anni sono stati tantissimi gli impegni presi dai governi che si sono succeduti, e altrettanti i disegni di legge presentati in Parlamento.

Nella scorsa legislatura, nonostante le nostre pressioni, alla Camera non è mai partita una proposta di legge che avrebbe permesso il voto a distanza a partire dalle elezioni politiche di settembre 2022. Non si può perdere altro tempo, un diritto non garantito è un diritto violato, vogliamo una legge che sia effettiva entro le elezioni europee del 2024.

Sarebbe un precedente importantissimo approvare un disegno di legge che garantisca il diritto di voto per tutte le Amministrative, Regionali, Politiche, Europee e Referendum.

Firma anche tu per chiedere a Parlamento e Governo di non sprecare anche questa occasione.

 

La lettera al Presidente Mattarella

Dopo che a fine maggio 2021 Il Viminale ha opposto ostacoli a suo dire “insormontabili” alla tutela del diritto costituzionale al voto dei cittadini “fuori sede”, escludendo categoricamente la possibilità di voto a distanza nella tornata elettorale d’autunno, abbiamo deciso di scrivere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella assieme alla rete Voto Sano da Lontano di cui facciamo parte:

Signor Presidente,

le scriviamo a nome della Rete Voto sano da lontano*.

Le avevamo già scritto a marzo per rappresentarle quelli che erano stati fino ad allora i nostri passi nel condurre questa Campagna per garantire il diritto di voto a distanza alle cittadine e ai cittadini fuori sede, già a partire dalla tornata elettorale d’autunno.

Ad oggi, le cose sono andate molto avanti, grazie anche alla sollecitazione costante della nostra Rete nazionale. 

 Siamo stati coadiuvati in questo sforzo anche da due costituzionalisti, i Professori Roberto Bin e Salvatore Curreri, che hanno redatto la bozza di proposta di legge poi fatta propria dal Presidente della I Commissione alla Camera, on. Brescia, e depositata in Parlamento.

Questa pdl prevede che sia garantita ai fuorisede la possibilità di votare a distanza, attraverso seggi speciali istituiti dalle Prefetture del domicilio, in occasione di elezioni amministrative o regionali. Una pdl, quindi, non onnicomprensiva della materia elettorale, ne siamo consapevoli, ma che potrebbe creare il precedente necessario ad intervenire poi organicamente sulla materia.

Inoltre, Presidente, fin dall’inizio del nostro percorso, abbiamo cercato di coinvolgere tutte le forze dell’arco parlamentare, perché eravamo e siamo tutt’oggi convinti che una battaglia costituzionale non possa avere colori politici.

Sembrava che tutto procedesse per il meglio e che si potesse giungere in poco tempo a un testo base condiviso, quando dal Viminale si sono palesate forti riserve.

 Ciò che le riportiamo in questa nostra, Presidente, la preoccupazione che ci spinge a rivolgerci ancora a Lei, è proprio questa: assistere impotenti a questa paralisi del sistema.

Il parere del Governo, ne siamo consapevoli, si inscrive nel solco della normale dialettica interistituzionale. Tuttavia, il Parlamento è sovrano, il Parlamento deve porre rimedio agli eventuali vulnus presenti nel nostro sistema democratico. E il mancato accesso effettivo al voto per quasi tre milioni di cittadine e cittadini riteniamo, a buon diritto, che rientri in questa categoria.

Ci chiediamo, quindi, se dal Governo possa giungere un alt di questo genere, se la leale collaborazione tra i Poteri dello Stato, nell’ottica del rispetto della nostra Carta costituzionale, possa assumere un’importanza secondaria rispetto a questioni di carattere burocratico-amministrativo.

Siamo preoccupati, Presidente, ed è il rispetto, l’amore verso le nostre Istituzioni repubblicane a spingerci a esprimerLe così chiaramente questo nostro disagio.

 È nostro convincimento che questa grande piccola battaglia, che pure ancora non è terminata, sia riuscita laddove spesso in Italia si fallisce.

Ha messo al centro i bisogni e i diritti delle e dei giovani, la cui vita è scandita dalla mobilità, ma senza cercare lo scontro generazionale e, anzi, portando sulla stessa barricata movimenti e associazioni di varia composizione anagrafica. Inoltre, come Rete abbiamo sempre e primariamente posto l’accento sulla tutela del diritto costituzionale al voto e sull’imprescindibilità della trasversalità politica, tanto che oggi in Commissione collaborano sinergicamente forze politiche diverse, e nessuna di queste si batte per rivendicare una primazia.

Questi elementi ci rendono fieri e orgogliosi di aver operato al meglio delle nostre capacità per unire, e non per dividere; perchè tante voci aiutassero altre, oggi afone, a potersi esprimere.

Per estendere diritti, che mai sottraggono ma solo aggiungono sostanza alla salute della nostra Democrazia. E, infine, per alimentare attesa ed entusiasmo per le competizioni elettorali non solo prossime venture, ma tutte quelle future; per far assaporare alla Next Generation EU il sapore delle battaglie non solo combattute ma anche vinte sulla scorta degli ideali e della passione civile.

Un sapore che desideriamo accompagni e ispiri sempre la nostra vita di cittadine e cittadini della Repubblica e dell’Unione.

 Nella lettera rivolta ai Prefetti, in occasione della Festa della Repubblica, Lei esprime un chiaro invito “a sostenere le iniziative promosse per la ripartenza”, ripartenza possibile solo grazie alla collaborazione e al dialogo tra le Istituzioni e la società civile.

Noi, Presidente, di questo le scriviamo oggi: di ripartenza. Una ripartenza che non può prescindere, e anzi deve ripartire dalla partecipazione democratica. 

Altresì, siamo qui a esprimerLe preoccupazione in merito alla possibile interruzione di quel dialogo tra istituzioni, dialogo a cui anche Lei assegna grande importanza.

Le chiediamo quindi, Presidente, di aiutarci, e di farsi garante dei delicati meccanismi di questa, a volte non ben oleata, catena di montaggio.

*La Rete Voto sano da lontano è nata su impulso del Think Tank Collettivo Peppe Valarioti e oggi conta tra le sue fila: ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia, Comitato Io Voto fuori sede, The Good Lobby, l’Associazione FuoriDiME, l’Unione degli Universitari (UDU), Confederazione degli Studenti, UniLab – Svoltastudenti, Yezers – La Start up di due generazioni, Fondazione Benvenuti in Italia, Voto Scomodo, Visionary,  6000 Sardine; alcune realtà partitiche territoriali, come Volt Calabria, PD Calabria, PD Marcona 101 (MI); oltre che le compagini regionali calabresi di ANPI, Confesercenti, CGIL, CISL e UIL, Libera, Movimento Politico per l’Unità e l’associazione Insieme per il Bene Comune di Vibo Valentia.

Parallelamente agli sforzi parlamentari, il Comitato IoVotoFuoriSede ha intrapreso anche un’iniziativa giudiziaria. L’obiettivo di questa azione è sollevare una questione di legittimità costituzionale sulla modalità di esercizio del voto, in modo da spingere il Parlamento a legiferare per sanare il pregiudizio ai principi costituzionali su questo tema.

Il video di Casa Surace a sostegno della Campagna

Ecco perché il Comitato, con il supporto legale di un pool di professionisti, ha elaborato e già depositato presso il Tribunale di Genova un primo ricorso pilota promosso per conto di un gruppo di elettori. Essendo domiciliati per ragioni di studio o lavoro in un luogo diverso da quello di residenza in occasione delle elezioni politiche

Negli ultimi 5 anni di legislatura, le forze politiche non sono riuscite ad approvare una legge che garantisca il diritto di voto a distanza ai 4.9 milioni di cittadine e cittadini fuori sede.  Dopo più di 10 anni che se ne parla, anche alle elezioni politiche del 25 settembre, che cadono in piena sessione esami e in piena  ripresa lavorativa, ci sono stati milioni di astensionisti involontari che non si sono recati alle urne perché troppo oneroso o impraticabile in termini di tempo e di denaro.

I fuori sede sono arrabbiati e sconfortati dal comportamento delle forze politiche, soprattutto perché siamo l’UNICO Paese in Europa a non permettere il voto a distanza a parte Malta e Cipro, che per dimensioni non hanno bisogno di una legge sul voto fuori sede.

Durante l’ultima legislatura il Governo ha prodotto, dopo approfondito studio e analisi sui dati del fenomeno, il Libro Bianco sull’astensionismo, che contiene una proposta organica, completa e risolutiva del problema. Ora tocca solamente alla politica trasformare quanto riportato nel Libro Bianco e in precedenti proposte di legge in un testo unificato, riprendendo l’iter là dove è stato interrotto il 25 luglio, giorno in cui era stata calendarizzata la discussione della proposta di legge, saltata a causa della caduta del Governo.

 

Siamo stanchi delle procrastinazioni e delle scuse e non siamo più disposti a votare cambiali in bianco forze politiche che non decidano di prendere un impegno chiaro su questo punto.

 

Per questo motivo, The Good Lobby​, ​​​​ha scritto​, assieme alla Rete Voto Sano da Lontano​, a tutti i segretari di partito per chiedere un impegno pubblico ad approvare entro i primi 6 mesi dall’insediamento del nuovo Parlamento una legge sul voto a distanza: non possiamo permetterci alla prossima tornata elettorale di non aver colmato questa grave lacuna del nostro sistema democratico.

 

Abbiamo chiesto a tutti i leader delle forze politiche candidate alle elezioni di registrare il loro impegno in un video proprio per restituire il pieno diritto di voto di 4,9 milioni di persone che ancora una volta avranno difficoltà a poter votare.

 

Ad oggi Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ed Enrico Letta per il Partito Democratico, Giuseppe Civati di Possibile e  Fabio Berardini di Coraggio Italia hanno risposto al nostro appello.

 

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Con Giorgia Meloni, stanchi di email, messaggi, ore al telefono e appelli sui social, abbiamo deciso di provare un’altra via: martedì 13 siamo andati al comizio di Giorgia Meloni a Torino per chiederle di persona una presa di posizione sul #votofuorisede. Nonostante la nostra determinazione, non ci è stato permesso di avvicinarci alla leader di Fratelli D’Italia

 

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Abbiamo fatto la stessa cosa anche con Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, dal quale abbiamo ottenuto una dichiarazione ad impegnarsi per il voto fuori sede una volta eletto

 

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Infine, proprio il giorno prima del voto, è arrivato finalmente anche l’impegno di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle

Insieme al Comitato Iovotofuorisede abbiamo pubblicato il rapporto  “Fuori sede al voto: realtà in Europa, miraggio in Italia”. In tutta Europa tranne che in Italia, Cipro e Malta (isole di piccole dimensioni, va notato) si può votare fuori dalla propria città di residenza. Le soluzioni sono molte, ma il Ministero dell’Interno non vuole prenderne in considerazione nemmeno una.  Nel frattempo oltre 4.9 milioni di persone non possono esercitare pienamente il loro diritto di voto.

 

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