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12 Giugno 2025

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Quorum sì, quorum no? Cosa non funziona nei referendum

Il deprimente esito elettorale degli ultimi referendum dell’8 e 9 giugno, con un’affluenza sotto il 30%, ha riacceso il dibattito sulla possibilità di abbassare - o eliminare del tutto - la soglia di partecipazione al voto, attualmente al 50%

di Bianca Dominante

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Il referendum abrogativo è uno strumento fondamentale di partecipazione perché è l’unica forma di democrazia diretta prevista dalla nostra Costituzione. Nel nostro toolkit #iomiattivo, abbiamo lungamente parlato del referendum, dei pregi e limiti di questo mezzo che permette alla cittadinanza di abrogare – totalmente o in parte – una legge, un decreto legislativo o un decreto-legge.

In un Paese come il nostro, però, dove l’astensionismo cresce di elezione in elezione, continuare a tenere il quorum alla metà + 1 degli aventi diritto di voto significa, di fatto, condannare al fallimento qualsiasi referendum.

La partecipazione alla cosa pubblica è un diritto e come tale andrebbe garantito con ogni facilitazione possibile: serve una riforma coraggiosa e realistica, che restituisca dignità a uno degli strumenti più importanti di coinvolgimento diretto delle cittadine e dei cittadini.

Le proposte esistono e se ne discute da tempo:
ridurre il quorum al 40% o al 35%;
commisurarlo all’affluenza delle ultime elezioni Politiche. Cosa significa? Se, per esempio, alle ultime elezioni ha votato il 64% degli aventi diritto, allora il quorum dovrebbe attestarsi intorno al 32%;
– oppure, più radicalmente, abolire il quorum e, piuttosto, alzare il numero di firme necessarie per promuovere un quesito.

Un altro nodo fondamentale è quello dell’informazione: oggi, troppo spesso, cittadine e cittadini non vengono messi nelle condizioni di conoscere e comprendere adeguatamente i quesiti referendari. Un sistema che affida a un breve testo tecnico la comprensione di una materia a volte complessa, senza garantire campagne informative accessibili e imparziali, non sta promuovendo partecipazione, al contrario rischia di scoraggiarla.

Noi di The Good Lobby crediamo fortemente in una democrazia che funzioni davvero: rappresentativa e partecipata. Per questo pensiamo sia necessario aprire una discussione pubblica per capire insieme come rafforzare la democrazia diretta e restituire senso al referendum.

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