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11 Novembre 2019

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Che whistleblowing sia. Ma (solo se) fatto bene

Il ruolo di The Good Lobby nel progetto europeo EAT, che mette tecnologia e anonimato al servizio delle imprese per facilitare il whistleblowing.

di Priscilla Robledo

Vogliamo raccontarvi di un progetto nel settore del whistleblowing, al quale collaboriamo con altre nove organizzazioni europee.

Si tratta del progetto EAT – Widely Expanding Anonymous Tipping Technology Deployment, Operation, and Trustworthiness to Combat Corruption in Eastern and Southern Europe, con il quale ci proponiamo di diffondere una cultura del whistleblowing efficace e garantista, diversa da quella che finora ha dominato molti paesi europei. L’obiettivo è permettere alle persone di segnalare fatti illeciti in modo anonimo, mediante l’utilizzo di strumenti sicuri. Grazie a EAT, porteremo un sistema di whistleblowing evoluto nelle aziende pubbliche e private nell’Europa meridionale e centro-orientale.

Nello specifico, The Good Lobby dovrà “convincere” 50 organizzazioni (con sede sia in Italia sia a Malta) ad adottare la piattaforma di segnalazione Globaleaks, ad uso e beneficio di dipendenti, fornitori, consulenti e altri collaboratori. Questa piattaforma di segnalazione, sviluppata con software open source, è accessibile anche da computer esterni all’azienda perché opera su cloud. Permette di effettuare una segnalazione in totale anonimato (anche eventualmente caricando documenti), e sempre in anonimato di continuare a dialogare con chi ha ricevuto quella segnalazione, così da permettere anche uno svolgimento di indagini interne più efficace. A livello di consorzio, ci proponiamo di far aderire un totale di 250 medie e grandi organizzazioni in 10 stati dell’Unione Europea (in particolare in Spagna, Italia, Grecia, Malta, Rep. Ceca, Rep. Slovacca, Ungheria, Romania, Croazia e Bulgaria).

EAT è un progetto nato non solo a beneficio di potenziali e futuri whistleblower, ma anche dei manager che riceveranno le segnalazioni e dovranno indagare. Per tale motivo, abbiamo costruito con attenzione il modulo di invio delle segnalazioni: mediante questo “filtro naturale” ci proponiamo di aumentare la qualità delle segnalazioni e allo stesso tempo permettere a chi riceve la segnalazione di gestire meglio il caso.

Siamo convinti, dunque, che EAT costituirà uno strumento efficace per lotta alla corruzione e ad altri illeciti da prevenire o fermare. Inoltre EAT contribuirà a diffondere una cultura positiva del whistleblowing in un momento storico particolare: entro il 2021 le organizzazioni europee di oltre 50 dipendenti dovranno recepire la direttiva europea sulla protezione dei whistleblowers. La direttiva contiene alcune previsioni specifiche con riferimento alle piattaforma di segnalazione: EAT utilizza una piattaforma (Globaleaks appunto) che è già aggiornata ai sensi della direttiva e l’adesione delle aziende ad EAT permetterà a queste ultime di testare lo strumento, anticipando nella pratica il recepimento della direttiva.

Ma EAT farà anche di più: la piattaforma è stata sviluppata di modo che alcuni dati relativi ai segnalanti e alla segnalazione stessa vengano trasmessi a una delle organizzazioni del nostro consorzio, Blueprint for free speech, in modo anonimo e aggregato (ciò significa che non sarà possibile ricondurre un certo dato a una specifica persona, segnalazione o azienda).

Blueprint analizzerà i dati raccolti dalle segnalazioni delle 250 piattaforme nei 10 paesi elencati. Avremo così la possibilità di ottenere dati nuovi, aggiornati e di prima mano, sui profili socio-demografici dei whistleblower europei e sui loro comportamenti durante la segnalazione, nonché dati statistici sul tempo medio di gestione delle segnalazioni e sulla loro qualità e rilevanza. Questa parte del progetto è fondamentale, perché attualmente i dati empirici sul whistleblowing in Europa a nostra disposizione sono molto scarsi (principalmente relativi al settore pubblico, dove vi è più regolazione) e non consentono di comprendere l’impatto del fenomeno nella sua totalità. I dati che emergeranno dal nostro progetto consentiranno un miglioramento negli strumenti e nelle pratiche, aiuteranno a comprendere l’utilità del whistleblowing nella prevenzione di illeciti, e informeranno il futuro lavoro di policymakers, managers e giornalisti.

Non mancheremo di tenervi aggiornati sugli sviluppi del progetto.
Frattanto, se lavorate per qualche azienda media o grande e volete proporre al vostro datore di aderire ad EAT, non esitate a contattarci!
Saremo felici di aiutarvi ad implementare EAT, a vantaggio di tutti gli stakeholders della vostra organizzazione.

Per contatti e proposte di collaborazione su questo progetto:
Priscilla Robledo – priscilla@thegoodlobby.it