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3 Novembre 2019

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ComproOro, Money Transfer, commissioni: tutto ciò che c’è da sapere sul contante

Intervista a Maurizio Pimpinella, presidente dell'Associazione Italiana Istituti di Pagamento e Moneta Elettronica

di Laura Ghisellini

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Articolo apparso il 22 dicembre 2015 sul blog di Riparte il futuro

La legge di Stabilità del dicembre 2015 contiene l’innalzamento della soglia del contante. Si tratta di una misura deleteria secondo i circa 50.000 firmatari della petizione #Renziciripensi, lanciata da Riparte il futuro, in termini di lotta all’evasione e all’economia sommersa. Il governo tuttavia non ha mai risposto all’appello della società civile ed è andato avanti a testa bassa ponendo di fatto una pietra tombale sul dibattito. Abbiamo raggiunto Maurizio Pimpinella, presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e Moneta Elettronica (A.I.I.P.)per entrare nello specifico della materia e capire quali rischi porta con sé il provvedimento. Anche se l’approvazione finale al Senato sarà con tutta probabilità un pro-forma per liquidare la Stabilità entro i tempi prefissati, vogliamo evitare che cali il silenzio su un argomento controverso che ha indotto il governo (e non solo) a contraddirsi più volte.

Presidente Pimpinella, in che senso il provvedimento sull’innalzamento della soglia del contante potrebbe favorire il riciclaggio di denaro proveniente da attività criminali nei settori critici come quello del Compro Oro o del Gioco?

Per combattere il riciclaggio, la parola d’ordine è “tracciabilità” e ovviamente l’aumento della soglia del contante va a discapito dei pagamenti elettronici, che per loro natura sono sempre tracciabili. Per fortuna qualcosa si muove anche nella giusta direzione, infatti, nel  Disegno di Legge 237/2013 ancora in itinere al Senato, si sta provando a mettere ordine in un settore a rischio, che ancora non dispone di una normativa specifica, quello dei ComproOro. Il legislatore sta infatti recependo una direttiva UE che colloca i questi operatori tra le attività finanziarie considerate maggiormente suscettibili di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo: obiettivo del governo sarà garantire la tracciabilità e la registrazione delle operazioni (che dovranno riportare le generalità delle controparti, gli estremi delle operazioni di compravendita, i mezzi di pagamento utilizzati, ecc..) assicurando anche la disponibilità delle informazioni per le Forze dell’Ordine.
Ma in attesa che ciò avvenga, per tutelare gli utenti onesti e gli stessi gestori dei Compro Oro, il Centro Studi A.I.I.P. sta identificando alcune soluzioni, partendo dai conti di pagamento, prodotti principe degli istituti di pagamento. Una di queste potrebbe essere il “Conto Oro”, uno strumento che permetterebbe di corrispondere i pagamenti dovuti a fronte dell’oro consegnato obbligatoriamente su una carta-conto, in modo da permettere la verifica automatica delle generalità del cliente. Questa carta-conto potrebbe essere emessa direttamente dal punto vendita, corredata di una foto e dei dati fiscali, garantendo l’identificazione del cliente effettivo e la tracciabilità dei flussi. Il tutto potrebbe essere gestito da un Istituto di Pagamento o di Moneta Elettronica in partnership con un primario Istituto Bancario.
L’ altro settore a rischio è quello del gioco. In questo ambito il riciclaggio può avvenire sia attraverso la rete fisica che quella online. Nel primo caso, la prassi più comune è quella di acquistare in contanti nei casinò fiches, per le quali si richiede poi il cambio in assegni, senza che sia stata giocata alcuna somma o avendolo fatto solo in maniera marginale. Lo stesso avviene anche per le slot machines. Quanto all’online invece, gli enormi volumi di transazioni dei numerosissimi siti dedicati al gioco e alle scommesse, sono strumenti ideali per mascherare il riciclaggio di denaro, grazie all’anonimato dei giocatori e alle svariate modalità con cui il denaro può essere trasferito: carte di credito e debito, carte prepagate, bonifici, assegni e persino debiti e crediti su fatture telefoniche. Appare chiaro perciò che anche in questo settore, un aumento del limite del contante semplificherebbe la vita alla criminalità e che quindi la proposta di operare unicamente attraverso una carta con IBAN, su cui accreditare le vincite oppure prelevare i soldi della giocata, sarebbe una valida alternativa per contenere il fenomeno.

Quali sono i rischi del Money Transfer nonostante la soglia sia stata riportata a 1000 euro? In particolare quali connessioni potrebbero esserci con il finanziamento del terrorismo?

Basta leggere i giornali per capire che il settore presenta diversi rischi. Nel 2014 ad esempio, la Guardia di Finanza di Parma e Reggio Emilia ha aperto un’indagine, insospettita dal fatto che da Parma fossero stati spediti 288mila euro verso gli Emirati Arabi, nonostante in città non fosse censito nessun cittadino arabo. Pur tenendo conto che in molti sportelli il limite di trasferimento di 999 euro a settimana viene aggirato con facilità, ci vorrebbero più di cinque persone che ogni settimana inviassero il massimo consentito per raggiungere la somma di 288mila euro.
Se questo non bastasse a far destare un sospetto sugli utilizzi illeciti che si possono fare di questo servizio, basti pensare che, in base alle stime di Banca Mondiale, nello scorso anno dai money transfer italiani sono stati inviati complessivamente verso l’estero circa 15 miliardi di euro. Quindi il rischio che alle spalle di queste operazioni ci sia un’organizzazione terroristica non può essere sottovalutato e per questo, a mio avviso, l’unica soluzione è bloccare immediatamente l’operatività di tutti quei soggetti non controllati direttamente dalle Istituzioni italiane. La normativa europea va invece rivista immediatamente, perché ormai anche la banca mondiale ha perso il controllo su queste operazioni.

Cosa si dovrebbe fare – e non si è ancora fatto – per incentivare la digitalizzazione delle operazioni sia dal punto di vista tecnico che culturale in Italia?

Una proposta efficace, a mio avviso, potrebbe essere quella di incentivare direttamente il consumatore all’utilizzo della moneta elettronica rendendo magari possibile il recupero di una percentuale dell’IVA di quanto speso con carta di credito, portandola in detrazione. I commercianti potrebbero essere invece incentivati portando i costi del POS non in detrazione, come avviene oggi, ma in deduzione, in modo da scaricarli al 100%.
Un’altra leva importante sarebbe inoltre quella di dotare ogni ufficio della Pubblica Amministrazione di un POS, in rispetto a quanto stabilito dall’ Agenzia per l’Italia Digitale; un’operazione che secondo Carlo Cottarelli, ex commissario straordinario alla spending review porterebbe un risparmio per lo Stato di 1,3 miliardi di euro per il solo 2016.
Ritengo infine fondamentale educare la popolazione, istruirla sulla moneta elettronica. A questo scopo l’A.I.I.P. sta promuovendo una serie di road show o incontri formativi presso importanti scuole superiori italiane. Puntare sui giovani nativi digitali, è infatti, a mio avviso, la scelta migliore, perché sempre più spesso su di loro ricade il compito di “educare digitalmente” le famiglie, basti pensare a quanti genitori chiedono ai figli istruzioni su come usare il cellulare, ma soprattutto perché fare di loro degli adulti finanziariamente digitalizzati, assicurerà un futuro con meno contante.

In che modo l’aumento della soglia del contante favorisce l’Informal Value Transfer System e perché è pericoloso?

I canali illegali, denominati IVTS (Informal Value Transfer System) sono il rischio maggiore legato al settore dei Money Trasfer, poiché questi operatori trasferiscono somme senza lo spostamento fisico del denaro, tramite intermediari con “modalità fiduciaria”. In pratica se una persona A in Italia, vuole inviare il denaro alla persona B in Brasile, contatterà un intermediario C nel luogo dove risiede e gli consegnerà il denaro in contante; costui, in cambio di una provvigione chiamerà una secondo intermediario D in Brasile che a sua volta anticiperà il contante da consegnare alle persona B. Questi spostamenti non lasciano traccia per cui il denaro può provenire da qualsiasi fonte e finanziare chiunque. La mia paura è quindi che l’aumento generale della soglia del contante agevoli queste realtà che lavorano al di fuori del sistema finanziario ufficiale e sfuggono alle sue regole e ai suoi controlli.

La ripresa dei consumi sostenuta dal governo è secondo lei una giustificazione plausibile per l’innalzamento della soglia del contante?

Ritengo di no. In periodi di crisi economica sarei curioso di conoscere chi smania per effettuare acquisti da 2.999 € in contanti. Per chi poi sostiene che l’aumento del contante vada a vantaggio dei turisti, ricordo che la disciplina europea stabilisce già per gli stranieri extra UE un limite al contante di 10.000€, e considerando la propensione della maggior parte dei cittadini europei all’utilizzo della moneta elettronica, fatico a capire chi dovrebbe trarre vantaggio da questo aumento, specie in un momento storico in cui altre nazioni UE, come la Francia, impongono tetti al contante più restrittivi per contrastare il finanziamento al terrorismo.

Dal 9 dicembre sono scese le commissioni interbancarie per l’utilizzo di carte di credito e bancomat. Che vantaggi porta questa variazione del regolamento europeo a esercenti e consumatori italiani?

Temo che i vantaggi saranno limitati. Per il singolo esercente infatti i margini di guadagno cambieranno pochissimo ed è quindi scarsamente probabile che ciò basti ad invogliarlo a dotarsi del POS, se non lo ha fatto fino ad ora, o ad aumentare l’accettazione delle carte. Esiste invece il rischio concreto che i prestatori di servizi di pagamenti, vedendo ridotti i loro margini, siano costretti ad aumentare i costi di gestione delle carte di pagamento a carico dei clienti, cosa che finirebbe col diventare un disincentivo all’utilizzo della moneta elettronica, l’ultima cosa di cui l’Italia ha bisogno. Gli emittenti di carte vedranno, infatti, ridotti di oltre tre volte il livello attuale dei loro ricavi e questo non può avvenire in un momento storico in cui si sta giustamente puntando ad incentivare le operazioni di importo ridotto per ridurre l’uso del contante, perché così si riduce l’interesse degli emittenti ad investire nel settore. Dico questo perché qualcosa di simile è già successo in Spagna ed in Polonia, dove, già da qualche anno, attraverso la legislazione nazionale, sono state ridotte le commissioni e si sta registrando un aumento del costo delle carte di pagamento per il consumatore, unitamente ad una variazione dei rapporti di forza fra operatori domestici e non domestici.

Come mai in Italia il passaggio alla tecnologia Pos è così in ritardo rispetto ad altri Paesi?

Il numero di POS in Italia non si discosta molto dalla media europea, ma se guardiamo la quantità di transazioni procapite, il dato peggiora sensibilmente ed è quindi chiaro che il problema sia soprattutto culturale. Se in molti altri Paesi sono le carte di credito gold e platinum ad assurgere al ruolo di status symbol agli italiani piace ancora il contante. Inoltre il nostro Paese ha purtroppo il triste primato dei furbetti: per un pagamento in contanti si può sempre provare a non emettere ricevuta, ma per il pagamento con carta si è obbligati. Bisognerebbe riuscire a diffondere la convinzione che i pagamenti elettronici vanno a beneficio di tutto il sistema paese e della sicurezza dei singoli cittadini, una battaglia che l’A.I.I.P. ha fatto sua da diversi anni.

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