10/02/2020 – Una grande vittoria per la trasparenza in Europa ottenuta grazie al dialogo tra la società civile, rappresentata da The Good Lobby, e il ministero degli Esteri. Dal 1° febbraio la Rappresentanza permanente italiana presso l’Unione europea – che rappresenta gli interessi dell’Italia presso il Consiglio – ha adottato un provvedimento che prevede per i suoi vertici l’obbligo di incontrare solo lobbisti iscritti presso il registro della trasparenza delle Istituzioni europee e di pubblicare sul sito della rappresentanza l’agenda degli incontri con i portatori di interessi.
Il provvedimento, che riguarda l’ambasciatore, il suo vice e il rappresentante presso il Comitato politico e di sicurezza (CPS), organo centrale del Consiglio UE, è frutto di un lungo percorso cominciato il 25 febbraio 2019 con la richiesta inviata da The Good Lobby al sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Il ministero degli Esteri ha giudicato opportuna la sollecitazione di The Good Lobby (FIRMA LA PETIZIONE >>), e si è impegnato concretamente per avviare un iter che adesso farà dell’Italia il quinto Stato membro che autoregolamenta il rapporto della propria rappresentanza permanente con i lobbisti. La decisione italiana, che segue quella – recentissima – della Germania e quelle precedenti di Romania, Paesi Bassi e Finlandia, fa del nostro Paese quello con gli standard migliori di trasparenza, rendendo pubbliche le agende degli incontri del vertice della rappresentanza permanente.
“Un importante atto simbolico che rende il Consiglio UE un po’ più trasparente”, commenta Federico Anghelé direttore di The Good Lobby in Italia. “Grazie alle nostre richieste e alla risposta attenta da parte del ministero, l’Italia sceglie di autoregolamentare il rapporto dei suoi diplomatici a Bruxelles (per ora i vertici della Rappresentanza) con i lobbisti. Dopo la Germania, che ha compiuto lo stesso passo avanti un paio di settimane fa, anche l’Italia dimostra che il Consiglio può adeguarsi alle prassi di trasparenza che già regolano la Commissione e il Parlamento. Quel che ci rende più felici, è che il governo italiano abbia ascoltato la voce di The Good Lobby e dei cittadini italiani che hanno richiesto un segnale forte con la decisione di incontrare solo lobbisti registrati e di mettere online l’agenda degli incontri”.
“Il Consiglio – commenta Alberto Alemanno – fondatore di The Good Lobby – rimane la cenerentola della trasparenza in Europa e dunque il maggior ostacolo alla comprensione di come le decisioni che riguardano le nostre vite di cittadini europei vengono adottate a Bruxelles. Continueremo a lavorare affinché l’autoregolamentazione del lobbying degli interessi nazionali divenga presto la norma per tutti gli Stati membri”.