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Trasparenza: Draghi e 15 Ministri bocciati

SOLO MISE (Giorgetti), LAVORO (Orlando) e TRANSIZIONE ECOLOGICA (Cingolani) SI POSSONO CONSIDERARE MINISTERI “VIRTUOSI”

Tema: Registro della trasparenza e Agenda incontri

Anghelé: “Da 1 anno sono ferme 3 proposte di legge per regolamentare il lobbying. Fondamentale agire per farle discutere con urgenza in Parlamento”

I Governi Conte e l’Esecutivo Draghi hanno un punto in comune: la quasi totale assenza di trasparenza nei processi decisionali. 

The Good Lobby ha curato un apposito report che offre un quadro impietoso: solo 3 Ministeri su 18 hanno online  un registro pubblico a cui devono iscriversi i  lobbisti o un’agenda pubblica degli incontri con i portatori di interessi. Peccato che i dati spesso non siano aggiornati o non forniscano le informazioni necessarie.

Tra tutti il migliore Dicastero è quello guidato da Giancarlo Giorgetti; al Ministero dello Sviluppo Economico è infatti attivo dal 2016, per volontà dell’allora Ministro Carlo Calenda, il Registro della trasparenza e le agende degli incontri. Tutti i successori di Calenda- Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli e l’attuale Ministro – hanno mantenuto questa innovazione. Il Registro della trasparenza del MISE è facile da trovare, è aggiornato e esaustivo ed è ispirato a quello in uso presso le Istituzioni europee. “Il registro del MISE dovrebbe essere il modello standard per tutti gli altri dicasteri interessati a rendere più inclusivi e trasparenti i rapporti con i vari stakeholder”, dichiara Federico Anghelé direttore di The Good Lobby.

Non altrettanto bene va per le agende degli incontri MISE in quanto ferme – con gli aggiornamenti – a febbraio 2021. The Good Lobby ha contattato  il Ministero che ha assicurato che a giugno dovrebbero essere inserite tutte le informazioni arretrate. Il rallentamento pare essere dovuto al cambio di Governo.

Anche l’agenda degli incontri MISE si presenta in linea con gli standard europei in quanto non riguarda solo il Ministro ma anche i Sottosegretari e tutti i dirigenti più alti in grado del Ministero.

Secondo posto per il Ministero della Transizione Ecologica: l’allora titolare dell’Ambiente Sergio Costa – in assenza di un registro della trasparenza nazionale- puntò tutto sulle agende degli incontri. Inizialmente previste per i soli vertici politici del Ministero, oggi permettono – per The Good Lobby – una mappatura efficace degli incontri con i portatori di interessi perché considerano anche tutti i dirigenti delle varie aree di competenza del dicastero. L’aggiornamento è settimanale e permette di monitorare le diverse interazioni con i lobbisti. Peccato la scelta del formato: un pdf da scaricare e non un’interfaccia digitale interattiva che permetta di incrociare i dati.

In terza posizione si posiziona il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali retto da Andrea Orlando; in questo caso il Registro e le Agende furono introdotte nel 2018 quando Ministro del Welfare era Luigi Di Maio (oltre che dello Sviluppo Economico).  Anche in questo caso i successori di Di Maio hanno voluto mantenere l’innovazione ma i dati del Registro della trasparenza si presentano aggiornati solo sporadicamente e le schede online dei portatori di interessi iscritti sono vuote o comunque inaccessibili. 

Assolutamente pollice giù per le Agende degli incontri in quanto gli ultimi dati disponibili risalgono addirittura al 2019. Poi nulla. In ultimo Di Maio -al momento – si è guardato dall’introdurre al Ministero Affari Esteri sia il Registro sia l’agenda. Un peccato considerando come dal suo Dicastero passi la partita cruciale del commercio estero

Fuori dal podio il Ministero della Pubblica Amministrazione retto da Renato Brunetta. Il Registro e le agende degli incontri erano stati introdotti nel 2017 dall’allora Ministra Marianna Madia, grazie a una richiesta di Riparte il futuro, l’attuale squadra di The Good Lobby. Peccato che il successore della Ministra Madia  – Giulia Bongiorno- decise di rimuoverli. A gennaio 2020 la nuova inquilina del Ministero, Fabiana Dadone, aveva promesso un nuovo registro della trasparenza. Sta di fatto che dopo un anno di lavoro del suo team la Ministra Dadone non ha mai dato l’ordine esecutivo e tutto è rimasto nel cassetto. Brunetta al momento non ha dato disposizioni.

A seguire il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali; peccato perché fu il primo Ministero – reggente Mario Catania (Governo Monti) – nel 2012 a introdurre il registro della trasparenza. L’elenco dei portatori d’interessi è ancora presente sul sito ma non è aggiornato dal 2014. Il registro è sparito dai tempi dell’allora titolare del Dicastero Nunzia de Girolamo che lo definì una pratica da “legge sovietica”. Peccato che il lobbying e la trasparenza siano invece un requisito di tutte le democrazie più mature….

Ultimo Dicastero degno di notazione il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili; in questo caso il Registro e le agende furono introdotti a titolo personale nel 2014 dal viceministro Riccardo Nencini. Egli si portava dietro la sua esperienza condotta in Regione Toscana da Presidente del Consiglio; per quella carica aveva introdotto il registro e da deputato ha presentato proposte di legge per la regolazione del lobbying. Dopo Nencini né Danilo Toninelli, né Paola De Micheli hanno provato a introdurre questi strumenti di democrazia. Giovannini al momento non ha dato segnali.

Bocciati su tutta la linea in quanto non hanno mai dato segni di vita rispetto al tema Registro e agenda tutti gli altri Dicasteri:

Ministero della Giustizia (Marta Cartabia), Ministero dell’Interno (Luciana Lamorgese), Ministero della Salute (Roberto Speranza)  Ministero dell’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale (Vittorio Colao), Ministero della Difesa (Lorenzo Guerini), Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale (Mara Carfagna), Dipartimento degli Affari Regionali e Autonomie (Mariastella Gelmini), Dipartimento per le politiche della Famiglia (Elena Bonetti), Ministero per la Disabilità (Erika Stefani), Dipartimento per i Rapporti con il Parlamento (Roberto D’Incà), Ministero dell’Istruzione (Patrizio Bianchi), Ministero dell’Università e della ricerca (Cristina Messa),  Ministero della Cultura (Dario Franceschini).

E il Presidente del Consiglio Mario Draghi? Bocciato anche lui considerato che sul sito di Palazzo Chigi non sono presenti né il Registro della Trasparenza né le agende degli incontri.

“La situazione è buia. Sappiamo poco delle attività dei ministri e in questa oscurità le aziende private fanno i propri interessi a discapito della società civile” dichiara Federico Anghelé Direttore di The Good Lobby.”da quasi un anno sono ferme 3 proposte di legge – Silvestri, Madia e Fregolent – in Commissione Affari Costituzionali della Camera. E’ fondamentale agire per farle discutere e approvare in Parlamento con urgenza”. 

È esattamente quello che chiedono gli oltre 16.000 cittadini che hanno firmato la petizione di The Good Lobby. Senza una legge sul lobbying capace di garantire effettiva trasparenza e partecipazione della società civile, c’è il rischio che con l’arrivo dei fondi del Recovery Fund la politica finisca per favorire solamente chi è più avvantaggiato nei rapporti con il potere.