The Good Lobby e il suo fondatore, il professor Alberto Alemanno, hanno fornito un’analisi legale al Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi nell’ambito della loro indagine sugli “Uber Files”: una fuga di notizie di oltre 124.000 documenti che dimostrano quanto Uber abbia fatto per sconvolgere l’industria dei taxi in Europa ed evitare la regolamentazione per mantenere il suo controverso modello di business.
Secondo il professor Alemanno, dai dossier di Uber è emersa non solo la vicinanza sistemica tra potere aziendale e politico, ma anche l’imbarazzante inadeguatezza del nostro sistema giuridico e della nostra cultura politica nell’affrontare la pressione delle corporation. Sebbene esistano regole etiche a livello europeo, la loro applicazione è affidata all’autorità politica dell’istituzione competente, sia essa il Presidente della Commissione europea o il Presidente del Parlamento europeo.
Le prove suggeriscono che Neelie Kroes, ex Commissario UE, ha segretamente esercitato pressioni a favore di Uber durante il suo periodo di “riflessione”, impegnandosi direttamente con alcuni politici olandesi per conto dell’azienda, prima di entrare immediatamente a far parte del comitato consultivo di Uber al termine del periodo di raffreddamento.
”Questo sottolinea che la ex Commissaria Kroes era in “chiara violazione” delle regole”, afferma Alberto Alemanno, riferendosi alle regole etiche dell’UE che mirano a ridurre le porte girevoli e i conflitti di interesse quando i funzionari dell’UE lasciano l’incarico. Le implicazioni di questa fuga di notizie vanno oltre Uber e sottolineano ancora una volta l’urgenza della proposta di un organismo etico dell’UE, come richiesto dal Parlamento e dal Consiglio dell’UE nel 2021.
The Good Lobby ha contribuito alla progettazione di tale organismo etico dell’UE, presentando uno studio al Parlamento europeo. L’inchiesta, infatti, ha evidenziato le pressioni aggressive che le aziende come Uber esercitano sui legislatori.
In Italia i rischi sono all’ordine del giorno. “Vicende come quella di Uber Files ci fanno dire che la mancanza di una regolamentazione del lobbying in Italia non è più tollerabile. Servono regole chiare che rendano trasparenti e monitorabili gli incontri con i decisori pubblici. E che garantiscano un bilanciamento del peso delle multinazionali: anche gli interessi generali (utenti, consumatori, attivisti per l’ambiente) devono essere ascoltati dai decisori pubblici. Per questo chiediamo che la legge sul lobbying sia considerata dal Parlamento una priorità e si voti al più presto” rimarca Federico Anghelé direttore di The Good Lobby.