fbpx
Dona

2 Maggio 2022

EmailTwitterFacebookWhatsApp

Italia sul podio per le azioni legali temerarie contro i giornalisti

Il nostro Paese ha registrato nel 2018 l'aumento più significativo di segnalazioni sulla libertà dei media secondo quanto riportato dal Consiglio d’Europa.

di Bianca Dominante

Secondo un recente report pubblicato a marzo 2022 dalla Coalition Against SLAPPs in Europe (CASE), negli ultimi anni i casi di SLAPP in Europa hanno subito un pericoloso incremento.

L’acronimo SLAPP sta per Strategic Lawsuits Against Public Participation, (“causa legale strategica contro la pubblica partecipazione”) e identifica quelle azioni legali che governi, pubblici ufficiali o multinazionali intentano contro giornalisti, associazioni, attivisti, sindacalisti, accademici per cercare di bloccare la loro attività di denuncia.

Tra i Paesi maggiormente “colpiti” vi è l’Italia che nel 2018, secondo quanto riportato dal Consiglio d’Europa, ha registrato l’aumento più significativo di segnalazioni sulla libertà dei media.

Questi “schiaffi” sono quasi sempre liti temerarie, cioè consapevolmente infondate, con il solo scopo di intimidire. In Italia, per esempio, secondo la Federazione Nazionale Stampa Italiana, oltre il 90% delle querele per diffamazione contro giornalisti vengono archiviate in primo grado: possono tuttavia volerci anni prima che ciò avvenga, portando via ai diretti interessati tempo, denaro ed energie. Le richieste di risarcimento danni, inoltre, sono spesso così ingenti da spaventare chiunque: è così che i casi di SLAPP finiscono sempre più di frequente per mettere a tacere le voci critiche e, di conseguenza, avere un impatto non indifferente sulla libertà di espressione,di partecipazione alla vita pubblica e di riunione. 

Noi di The Good Lobby Italia da anni ci battiamo per impedire le azioni SLAPP. Questa battaglia anti SLAPP è la naturale evoluzione della nostra campagna per la protezione dei whistleblower, singoli cittadini che denunciano illeciti e/o episodi di corruzione commessi dalle amministrazioni pubbliche o aziende private per cui lavorano. Le SLAPP, infatti, vengono spesso utilizzate per colpire e scoraggiare anche e soprattutto i whistleblower che possono decidere di rivolgersi ai media, ad esempio. 

Per questa ragione abbiamo deciso di prendere parte, in associazione con il Whistleblowing International Network, alla CASE, la Coalizione contro le azioni SLAPP in Europa, nata dall’incontro di ben 103 organizzazioni tra non-profit, attivisti, difensori dei diritti umani, giornalisti e avvocati. CASE sta facendo pressioni sulla Commissione europea affinché introduca al più presto una direttiva europea capace di impedire le azioni SLAPP in modo omogeneo su tutto il territorio dell’Unione. In seguito alle nostre richieste, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sulla direttiva che si concluderà a breve, a giugno 2022, i cui risultati verranno presentati al Parlamento e al Consiglio per orientare il dibattito legislativo sulla proposta di direttiva.

Nel marzo del 2021 la Coalizione CASE ha deciso di agire anche su un altro fronte, quello del Consiglio d’Europa, firmando una dichiarazione che chiede agli Stati membri di prendere posizione e agire contro i casi di SLAPP. 

Recentemente, ad un anno dalla firma della dichiarazione, il Consiglio d’Europa ha finalmente riconosciuto le SLAPP come un problema e la necessità di affrontarlo: il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa – composto dai Ministri degli affari esteri dei Paesi membri – ha infatti deciso di istituire un Comitato di esperti sulle azioni SLAPP con l’obiettivo di redigere una Raccomandazione entro la fine del 2023. Il Comitato è composto da sette rappresentanti dei Paesi membri e da sei esperti indipendenti: una volta redatta, la Raccomandazione verrà presa in analisi dal Comitato dei Ministri per una possibile attuazione. 

La presa di posizione da parte del Consiglio d’Europa è certamente un primo importantissimo passo, così come la consultazione pubblica della Commissione europea; non deve tuttavia farci ad abbassare la guardia. Al contrario, è fondamentale che azioni concrete vengano attuate il prima possibile dalle istituzioni, e noi di The Good Lobby, insieme a tutte le altre organizzazioni della Coalizione, continueremo a impegnarci e lottare per difendere le voci di giustizia, fino a quando non verrà approvata una direttiva contro le liti temerarie.