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29 Ottobre 2021

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Le voci di giustizia possono prevenire tragedie come quella del Mottarone

Oltre a combattere la corruzione, le segnalazioni delle voci di giustizia possono anche ridurre gli incidenti sul lavoro e in altri contesti. Che cosa sarebbe successo se il dipendente della funivia del Mottarone avesse segnalato senza ripercussioni lo stato di pericolosità della cabina? Le voci di giustizia meritano protezione e senza la trasposizione della Direttiva europea non saranno davvero al sicuro.

di Fabio Rotondo

Abbiamo sempre evidenziato come la tutela delle voci di giustizia (whistleblowers) sia uno strumento per mitigare la corruzione e proteggere chi, con coraggio, denuncia gli illeciti nei luoghi di lavoro, arrivando a portare in tribunale chi non rispetta la legge. C’è un aspetto importante però che l’adozione della Direttiva europea sarà in grado di potenziare, migliorando la legge italiana: la prevenzione contro gli infortuni sul lavoro e gli incidenti.

La Direttiva europea 2019/1937 offre un livello di tutela più alto, consentendo a chi vuole segnalare un’ingiustizia, un caso di corruzione o la mancanza di manutenzione, per esempio di un macchinario, di poterlo fare tramite canali di protezione che assicurano l’anonimato del segnalante. I nuovi standard di protezione si applicheranno sia nel settore pubblico che in quello privato (persino alle aziende con almeno 50 dipendenti). 

Sarebbe davvero magnifico se tutto ciò accadesse, ma in due anni il Governo italiano non è ancora riuscito a recepire la Direttiva e se non lo fa entro dicembre verrà sanzionato dall’Unione Europea. Nel frattempo in Italia gli infortuni e i decessi nei luoghi di lavoro sono all’ordine  del giorno. Le ultime testimonianze di un ex dipendente delle funivie del Mottarone lasciano senza parole e ci fanno comprendere quanto sia urgente l’adozione della Direttiva europea.

L’ex dipendente della funivia del Mottarone poteva essere una voce di giustizia

La tragedia del Mottarone, in Piemonte, la conosciamo tutti: a maggio un guasto alla funivia sul Lago Maggiore ha provocato la morte di 14 persone. Nelle ultime settimane siamo venuti a sapere che un ex dipendente della funivia aveva denunciato ai suoi superiori già nel 2019 problemi alla cabina 3, quella precipitata, ma anziché ricevere un grazie venne minacciato. Oggi, a tragedia avvenuta, l’ex dipendente Stefano Carlo Gandini ha consegnato agli inquirenti delle fotografie della cabina e delle registrazioni audio di dialoghi con i suoi superiori, risalenti al 2019, dove si parlava della mancanza di sicurezza della funivia. Gandini riesce a registrare anche le minacce di licenziamento, perché la situazione di pericolo non si doveva sapere e chi osava parlare veniva licenziato.  Alla fine è stato Gandini a licenziarsi non appena ha trovato un altro lavoro e per paura di ritorsioni non ha mai esposto i fatti fino ad oggi. 

Se solo la Direttiva europea fosse stata in vigore, Gandini avrebbe potuto segnalare anonimamente la mancanza di sicurezza della funivia tramite un canale esterno previsto dalla legge. Se per caso la sua identità fosse stata scoperta avrebbe potuto far causa ai suoi superiori per annullare gli atti ritorsivi, ad esempio il licenziamento, e venire così ri-assunto. Oppure, se dopo sei mesi alla sua segnalazione non fosse stato dato alcun seguito, avrebbe potuto segnalare il problema alla stampa con tutte le tutele necessarie. 

Insomma, Gandini avrebbe avuto la possibilità di pungolare i suoi superiori per prevenire l’incidente, ma purtroppo la Direttiva ancora non era stata adottata. Da questo episodio,  come per gli ultimi incidenti o decessi sui luoghi di lavoro, possiamo solo imparare. La Direttiva va subito recepita e bisogna informare il più possibile i lavoratori della possibilità di segnalare in sicurezza. 

Meno corruzione e meno incidenti sul lavoro

Tocca al governo e in particolare al Ministero della Giustizia recepire la Direttiva europea. Noi rimaniamo vigili e abbiamo chiesto, tramite una petizione, di contribuire alla redazione del testo di legge data la nostra competenza sul tema. Al momento dal Ministero non fanno trapelare nulla e il coinvolgimento della società civile è come sempre un miraggio. Firma la petizione, aiutaci a tutelare le voci di giustizia!