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7 Settembre 2020

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Stop al carburante derivante da olio di palma: il nostro contributo

di The Good Lobby

Per migliorare il mondo in cui viviamo, The Good Lobby promuove le collaborazioni non convenzionali tra società civile e professionisti pro bono

Da qualche tempo si fa un gran parlare di olio di palma e della sua presenza – considerata nociva – all’interno di molti cibi industriali tra cui biscotti, merendine e persino prodotti per l’infanzia.  Questo olio, che ha anche il demerito di avere un impatto significativo sulla deforestazione (soprattuto in Malesia e Indonesia), viene oggi in larga parte utilizzato anche nel settore dei biocarburanti, cioè quei combustibili prodotti con l’utilizzo di sostanze organiche come le materie prime agricole, le biomasse, il legno o le alghe, in alcuni casi criticati per avere un impatto climatico maggiore rispetto ai combustibili fossili che sostituiscono.

La direttiva Europea che sancisce il graduale abbandono dell’olio di palma per i biocarburanti è attualmente in discussione al Senato nell’ambito della legge di delegazione europea. Un percorso tortuoso che è iniziato diversi anni fa, anche con il contributo di The Good Lobby.

Era il 2018 quando l’organizzazione con sede a Bruxelles Transport&Environment si è rivolta a The Good Lobby per ottenere un  parere legale sul principio di non discriminazione presente nel diritto commerciale internazionale, nell’ambito della loro più ampia strategia di advocacy contro i biocarburanti.

The Good Lobby e Transport&Environment, grazie alla consulenza pro bono offerta dalla Prof. Cornelia Fuculcita (Università di Speyen), sono riusciti a condividere con gli eurodeputati durante il Trilogo (il confronto che avviene tra Parlamento, Consiglio e Commissione) un’analisi legale delle opzioni proposte per l’eliminazione graduale del biocarburante prodotto dall’olio di palma.

Nel giugno 2018, il Parlamento europeo e i governi nazionali hanno concordato di eliminare progressivamente l’uso dei biocarburanti a più alta emissione o “biocarburanti ad alto rischio ILUC” entro il 2030.

E in Italia come siamo messi?
Il nostro Paese ha finora sostenuto con degli incentivi questo tipo di produzione, ma si registrano delle proposte di modifiche che puntano ad eliminare fin da subito ogni forma di sussidio (così come chiesto anche da una petizione recentemente lanciata da Legambiente) o addirittura a vietarne l’utilizzo.

Altri Paesi in Europa hanno deciso di anticipare il progressivo abbandono dei biocarburanti a più alta emissione e questa potrebbe rappresentare l’occasione per l’Italia di unirsi a quelli più virtuosi sul tema dell’energia pulita.


Con la nostra attività di matchmaking, mettiamo in contatto persone e organizzazioni, impegnate a lottare per una causa in cui credono, con professionisti disposti ad offrire gratuitamente il proprio tempo e le proprie competenze al servizio di quella battaglia.

Siamo convinti, infatti, che per cambiare il mondo le nostre armi più potenti sono la creazione di reti, la condivisione delle competenze e le collaborazioni non convenzionali. Come diceva il filosofo tedesco Karl Jaspers, “solo insieme possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere”.

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