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27 Novembre 2024

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2×1000 ai partiti: serve una legge e non un emendamento sottobanco

Il 2x1000 può garantire un finanziamento ai partiti più equo e indipendente, ma richiede una legge chiara e un maggiore impegno dei partiti nel coinvolgere i cittadini, dimostrando trasparenza e capacità di rappresentare le istanze collettive, senza ricorrere a scorciatoie legislative.

di Bernardo Biscaretti di Ruffia

Ha fatto molto discutere la proposta di raddoppiare le risorse disponibili per il 2×1000 destinato a finanziare i partiti inserita nella legge finanziaria con un emendamento. Il governo e il Pd avrebbero previsto, in pratica, di  redistribuire automaticamente le somme non esplicitamente destinate dai contribuenti. Questa iniziativa ha sollevato interrogativi importanti sul rapporto tra politica, cittadini e risorse economiche, a tal punto che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto sottolineando come una modifica di tale portata richieda un dibattito più ampio e un intervento normativo da parte del Parlamento. 

Sebbene sia vero che la politica, per funzionare, necessiti di risorse, poiché i partiti sono strumenti fondamentali della democrazia attraverso cui si articolano le istanze dei cittadini, è importante che queste risorse siano reperite in modo trasparente e democratico. Senza un finanziamento adeguato, i partiti non possono portare avanti le loro attività; tuttavia, affidarsi in modo prevalente a donazioni private rischia di compromettere l’autonomia politica, spingendo i partiti a rappresentare interessi particolari anziché il bene collettivo. Ed è proprio in questo contesto che il 2×1000 può garantire un sistema di finanziamento più indipendente e partecipativo.

Il 2×1000 è stato introdotto per democratizzare il finanziamento della politica, dando a ogni contribuente la possibilità di destinare una quota delle proprie tasse al partito che ritiene più vicino ai propri valori, con l’obiettivo di rendere la politica più partecipata e trasparente. Tuttavia, il suo funzionamento richiede una scelta attiva da parte dei contribuenti, rendendo il coinvolgimento diretto alla base del successo di questo meccanismo.

Al 2023, solo 1.744.913 contribuenti, pari al 4,2% del totale, hanno scelto di destinare il 2×1000 ai partiti, generando complessivamente 24 milioni di euro. Questo dato si inserisce in un quadro di fiducia sempre più debole verso i partiti, che secondo il rapporto Demos Gli italiani e lo Stato è arrivato a un misero 12%, sottolineando quanto sia urgente rafforzare il legame tra politica e cittadinanza per valorizzare appieno questo strumento.

Molti cittadini non sono consapevoli dell’esistenza del 2×1000 o non ne percepiscono l’importanza, anche perché i partiti stessi non si impegnano a comunicare in modo chiaro perché il finanziamento pubblico sia essenziale per garantire un’attività politica indipendente e trasparente. Manca una spiegazione efficace su come vengono utilizzati i fondi raccolti, sul motivo per cui siano necessari e sul valore di un finanziamento diffuso da parte della cittadinanza, rispetto al rischio di dipendere da pochi grandi donatori. Infatti, i cittadini spesso non dispongono di strumenti chiari e accessibili per monitorare l’utilizzo delle risorse destinate ai partiti e comprendere come queste siano effettivamente impiegate. Questa mancanza di trasparenza alimenta il distacco tra politica e società, rafforzando una spirale di sfiducia che rende ancora più difficile coinvolgere le persone nella vita politica del Paese. 

Ciononostante, il 2×1000 mantiene un grande potenziale per democratizzare il finanziamento alla politica, ma per funzionare meglio necessità di interventi mirati:

  • I partiti dovrebbero impegnarsi a comunicare con maggiore chiarezza l’importanza del 2×1000, spiegando non solo il valore di sostenere la politica, ma anche la visione del mondo che vogliono creare, i principi e i valori che rappresentano e come intendono utilizzare i fondi ricevuti. Questo approccio contribuirebbe a incentivare la partecipazione e a creare un legame più diretto con la cittadinanza.
  • L’uso delle risorse ricevute attraverso il 2×1000 deve essere rendicontato in modo chiaro e accessibile, offrendo ai cittadini strumenti concreti per verificare come vengono impiegati i fondi al fine di ricostruire la fiducia tra politica e cittadinanza.
  • L’accesso al 2×1000 dovrebbe essere esteso anche ai partiti più piccoli o alle nuove formazioni attualmente escluse dal registro necessario per partecipare al meccanismo. Questa modifica favorirebbe una maggiore pluralità politica, garantendo una competizione più equa e ampliando le possibilità di rappresentanza democratica.
  • Ogni aumento delle risorse ai partiti dovrebbe essere subordinato alla loro capacità di coinvolgere i cittadini, dimostrando trasparenza, etica e un’effettiva rappresentanza delle istanze collettive. Solo un impegno concreto in questa direzione può giustificare l’assegnazione di maggiori fondi, rafforzando il legame tra politica e cittadinanza.

Crediamo che sia giusta l’aspirazione ad avere partiti meno dipendenti dai grandi donatori privati (che spesso sostengono la politica per avere poi un atteggiamento più favorevole da parte delle istituzioni) e dotati di maggiori risorse. Ma non può essere un intervento dall’alto, che alimenterebbe ulteriormente la sfiducia da parte dei cittadini. Serve invece una capacità di coinvolgimento dei cittadini tramite dialogo, trasparenza e partecipazione. Ricostruire il rapporto tra politica e società è essenziale per creare un circolo virtuoso in cui i cittadini tornino a sostenere i partiti e questi ultimi rappresentino davvero gli interessi collettivi.

Firma anche tu il Manifesto del finanziamento etico, trasparente e democratico alla politica italiana.