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Il Fatto Quotidiano e The Good Lobby insieme contro le poltrone girevoli

Milano, 21 aprile -Porte girevoli, pantouflage, revolving doors: The Good Lobby ha curato il dossier “Poltrone girevoli” in partnership con ilfattoquotidiano.it: un documento inedito che fa luce sull’anomalia italiana e sulle ambiguità presenti in diversi Paesi europei. 

Da oggi sulle pagine del sito ilfattoquotidiano.it i lettori potranno trovare approfondimenti, interviste e dibattiti che si alimenteranno anche e soprattutto delle segnalazioni provenienti dagli utenti Sostenitori del sito. Obiettivo la realizzazione di una “mappa” degli ex politici che sono passati a lavorare per le lobby private e per aziende che li espongono a conflitti di interessi.

Oggi alle 17 sulla pagina Facebook del Fatto il direttore di The Good Lobby Federico Anghelé ne discuterà con il giornalista che cura l’inchiesta, Giuseppe Pipitone: insieme sveleranno anche numerosi casi illustri di “poltrone girevoli”. Martedì 27 aprile ore 16, poi, il direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez si confronterà sul tema con il corrispondente in Italia di Le Monde Jerome Gautheret e con Giada Zampano di Politico.

Tra i punti di forza del dossier la corrispondenza intercorsa tra The Good Lobby e la Banca Centrale Europea per “misurare sul campo”: lo stringente codice di condotta adottato da BCE e rispettato da tutti. Anche l’attuale Premier Mario Draghi ha rigorosamente rispettato per 15 mesi – sino alla chiamata a Palazzo Chigi – il periodo di “raffreddamento” rimanendo inattivo.  Al contrario avrebbe dovuto chiedere il permesso. A chi? Al suo ex datore di lavoro. E’ il naturale periodo di “cooling-off” che necessariamente deve intercorrere tra la carica pubblica ricoperta e quella futura in ambito privato. 

Il  Belpaese a che punto è? Italia, Austria, Ungheria e Lettonia condividono un triste primato in Europa: sono gli unici Paesi a non presentare una normativa organica sulle porte girevoli. Le poltrone che girano – nel Bel Paese – non sono illegali, non sono un illecito. Non violano una legge. Perché questa norma semplicemente non esiste.

Pier Carlo Padoan dalla Camera alla Presidenza di Unicredit, Marco Minniti da Montecitorio alla Presidenza della fondazione di Leonardo, Lapo Pistelli che lascia anch’egli il suo seggio per andare a ricoprire il ruolo di vice president stakeholder relations business development support e ora direttore Public Affairs di ENI. Sono solo alcuni degli ultimi casi che in Paesi con seri codici di condotta non sarebbero possibili. In Italia si.

Ilfattoquotidiano.it e The Good Lobby con questa iniziativa intendono provocare un dibattito e accendere i fari rispetto all’assenza di una legge fondamentale per un Paese che vuole dichiararsi “adulto”. Legge più volte sollecitata dalle istituzioni internazionali, a partire dal Consiglio d’Europa.

Il fenomeno delle porte girevoli ha contribuito tristemente a minare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, ma ha soprattutto minacciato l’integrità della sfera pubblica: troppi politici hanno abbandonato il loro incarico per assumere ruoli nel settore privato portandosi dietro informazioni e contatti preziosissimi per il nuovo datore di lavoro. Ma di fatto distorcendo il mercato e depauperando le istituzioni di informazioni importanti”, dice Federico Anghelé di The Good Lobby.

Peter Gomez, direttore del fattoquotidiano.it, aggiunge: “Ministri e parlamentari che si trasformano da un momento all’altro in lobbisti continuano a minare la trasparenza, l’integrità e l’equità delle istituzioni. Continuano a farlo per il semplice fatto che stiamo parlando di un fenomeno completamente legale nonostante sia causa di enormi conflitti d’interesse. Per questo motivo abbiamo deciso di coinvolgere i nostri utenti Sostenitori con una campagna d’informazione che permetterà loro di documentarsi su un fenomeno spesso completamente sottovalutato dall’opinione pubblica. Intendiamo chiamarli direttamente in causa con una call to action, chiedendo di segnalarci i casi di porte girevoli nel loro territorio. L’obiettivo è che dalla partnership con the Good Lobby, dalle nostre inchieste e dal legame con la nostra comunità di Sostenitori possa partire un percorso per disciplinare finalmente questo fenomeno distorsivo anche in Italia”.