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29 Marzo 2021

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Tutti raccomandano una legge sul lobbying e conflitto d’interessi

di Fabio Rotondo

Né la maggioranza di governo né il Parlamento danno segnali di vita sulla discussione in aula delle bozze di legge sul lobbying e conflitto d’interessi ferme da mesi in Commissione Affari Costituzionali della Camera. Eppure nell’ultimo mese le hanno richieste il Commissario UE alla Giustizia Didier Reynders (24 febbraio), la Ministra alla Giustizia Marta Cartabia (15 marzo) e per ultimo il GRECO con un rapporto uscito oggi, 29 marzo.

 

Riepiloghiamo le dichiarazioni di Reynders e Cartabia (non fa mai male)

 

Andando per ordine, il Commissario Reynders in audizione proprio alla Commissione Affari costituzionali alla Camera dei Deputati ha fatto notare come la disciplina del conflitto d’interessi è ancora frammentaria, e non ci sono leggi su  lobbying né sulle cosiddette porte girevoli, cioè il passaggio di ex ministri o parlamentari  da incarichi istituzionali alla dirigenza di enti privati. 

La Ministra Cartabia invece, presentando le sue linee programmatiche presso la Commissione Giustizia, ha inserito tra le proprie priorità la necessità di fare i conti con lacune importanti nel nostro sistema normativo: l’assenza di regole sul lobbying e il conflitto d’interessi. Al momento però le proposte di legge sono ancora lì e per ultimo venne il GRECO.

 

Il Rapporto del GRECO: non bene il nostro Paese

 

Il GRECO, cioè il gruppo di stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa, si è riunito in plenaria nei giorni per discutere sullo stato delle Raccomandazioni fatte all’Italia nel 2016. Ebbene, l’Italia ne ha rispettate 5 su 20 in modo soddisfacente, un risultato deludente. Tra le 15 raccomandazioni da seguire, manca ovviamente una legge sul lobbying e una sul conflitto d’interessi. Riassumiamo le raccomandazioni che il GRECO ha definito urgenti:

 

  • Al Senato manca un codice di condotta, in pratica i senatori non hanno regole né sul conflitto d’interessi né sul lobbying. Questo consente ai senatori di incontrare chi vogliono quando vogliono a nostra insaputa e di mischiare con disinvoltura affari privati e ruolo pubblico. 
  • Al Senato manca un registro del lobbying, mentre quello della Camera è incompleto. 
  • Il Senato non ha nemmeno regole sulle donazioni, regali, viaggi e ospitalità che possono godere i parlamentari nel corso del loro mandato. I parlamentari dovrebbero dichiarare in modo trasparente i viaggi, soggiorni e spese coperti da sponsor. E’ chiaro che qui ci si riferisca anche al caso Renzi-Arabia Saudita. 
  • Il conflitto d’interessi ha regole opache. Le porte girevoli (revolving doors) non ha freni, per questo bisognerebbe inserire un periodo di raffreddamento in cui i ministri e sottosegretari non possano accedere ad alte cariche in enti privati e viceversa.

 

Il GRECO ha ritenuto urgente intervenire su questi quattro punti e chiede alle istituzioni di approvare le leggi ferme in Parlamento (Macina-Fiano-Boccia su conflitti di interessie Fregolent-Madia-Silvestri su lobbying) perché vanno nella direzione giusta.

 

Chi deve ancora dirci cosa fare prima che qualcosa si sblocchi?

 

Ne parlano proprio tutti di regolamentare il lobbying e il conflitto d’interessi, tranne chi dovrebbe farlo. I parlamentari temporeggiano non si sa perché. Qualcuno si è lamentato del caso Renzi-Arabia Saudita ma poi non ha mosso un dito per rispolverare le leggi ferme nelle Commissioni. Chi aspettano che parli ancora? Dobbiamo interpellare il Papa?