Martedì scorso lo scrittore Nicola Lagioia ha annunciato via social di essere stato querelato per diffamazione dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Quest’ultimo avrebbe avanzato una richiesta di risarcimento danni di ben 20mila euro.
Le ragioni alla base della denuncia? Lagioia avrebbe ironicamente criticato, durante un programma televisivo andato in onda lo scorso marzo, un tweet – “scritto molto male” – di Valditara sulla limitazione degli stranieri nelle classi italiane, affermando che molti immigrati avrebbero potuto dimostrare di padroneggiare l’italiano meglio del ministro. Nello stesso giorno anche il giornalista Giulio Cavalli ha ricevuto una querela per diffamazione a mezzo stampa proprio dal ministro Valditara.
Questi sono solo gli ultimi casi di giornalisti e intellettuali poco graditi al governo colpiti da SLAPP, le azioni legali temerarie che personaggi di potere utilizzano per intimidire e mettere a tacere le voci critiche. Meloni, così come i membri del suo governo e della sua Maggioranza, si sono distinti in questi due anni per un uso frequente e spregiudicato della querela per diffamazione.
C’è, per esempio, il caso del giornalista Sigfrido Ranucci, autore e conduttore del programma Report, che è stato querelato da Fratelli d’Italia, insieme all’inviato Giorgio Mottola, per l’inchiesta “La mafia a tre teste”. Il partito della Premier ha chiesto un risarcimento danni di 50mila euro. Ricordiamo, inoltre, che Ranucci è stato anche il primo giornalista in Italia convocato in commissione di Vigilanza Rai per difendere il proprio lavoro in merito a una serie di servizi giornalistici (sul presidente del Senato, sulla ministra al Turismo Daniela Santanchè e su Silvio Berlusconi e Marta Fascina) poco graditi alla Maggioranza di governo.
E ancora il quotidiano Domani, colpito da svariate querele per diffamazione da parte di Guido Crosetto, ministro della Difesa, Claudio Durigon, Sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del partito Fratelli d’Italia. Nel 2021 la stessa Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all’epoca parlamentare, aveva querelato il quotidiano e il giornalista Emiliano Fittipaldi – oggi direttore di Domani – per un articolo sulla compravendita di un’enorme partita di mascherine dalla Cina durante la prima ondata di Covid-19. Solo lo scorso luglio Meloni ha, infine, ritirato questa denuncia. Sarà un caso che la decisione sia arrivata pochi giorni dopo la pubblicazione del disastroso report sullo Stato di diritto in Italia e il discorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su quanto sia importante il rispetto della libertà di stampa?
La lista, purtroppo, non finisce qui: in questi anni abbiamo sempre cercato di puntare i riflettori su tutti i casi di giornalisti, scrittrici, intellettuali e attiviste che il potere ha cercato di mettere a tacere. Insieme a CASE (la Coalizione europea anti-SLAPP), inoltre, stiamo continuando a fare pressioni affinché, da una parte il governo recepisca adeguatamente la direttiva europea contro le SLAPP, dall’altra il Parlamento si decida a riformare le leggi sulla diffamazione. La libertà di espressione e il diritto a un’informazione libera non vanno messi in discussione mai. È nostro dovere difenderli a ogni costo.
Restate aggiornati sulla nostra campagna contro SLAPP e a difesa della libertà di espressione, sostenete la nostra lotta!