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30 Dicembre 2022

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Il regolamento sull’intelligenza artificiale potrebbe vietare la sorveglianza biometrica

di Lorenzo Ancona

Il 7 gennaio del 2021 il movimento Reclaim Your Face dava inizio alla European Citizens’ Initiative (ECI) per chiedere alla Commissione Europea il ban sulla sorveglianza biometrica di massa dell’intelligenza artificiale. L’ECI è una petizione “ufficiale” e legalmente riconosciuta: se raggiunge 1 milione di firme in almeno 4 stati dell’UE obbliga la Commissione europea a comunicare le sue conclusioni giuridiche e politiche sulla proposta legislativa presentata.

La ECI contro la sorveglianza biometrica di massa, ovvero l’utilizzo su larga scala di tecnologie come quella del riconoscimento facciale per identificare una persona sulla base di una o più caratteristiche fisiologiche e/o comportamentali (biometria), è riuscita a raccogliere oltre 75.000 firme in circa un anno, un numero considerevole ma non sufficiente per essere presa ufficialmente in considerazione della Commissione. Parallelamente però, la mobilitazione della società civile, ed in particolare delle 76 organizzazioni di tutta Europa che hanno dato vita a Reclaim Your Face – tra cui The Good Lobby – è riuscita a farsi ascoltare dalla politica, ottenendo alcuni importanti risultati, come la moratoria temporanea approvata in Italia ad aprile 2021, e a fare in modo che il divieto alla sorveglianza biometrica fosse inserito nella bozza del regolamento sull’Intelligenza artificiale presentato dalla Commissione europea

Dopo un’intensa attività di comunicazione e mobilitazione di Reclaim Your Face con alcuni parlamentari europei ed esponenti delle istituzioni, ad aprile 2021 la Commissione ha riconosciuto il pericolo della sorveglianza biometrica per i diritti umani, includendo il divieto della identificazione remota nella bozza dell’AI Act. Un primo passo avanti, ma ancora troppo vago e non sufficiente per garantire un’adeguata salvaguardia dei cittadini. Seguendo la proposta della Commisione infatti, verrebbero vietati solo gli usi in tempo reale della sorveglianza biometrica, e non quelli a posteriori. Ciò significa che le autorità potrebbero attingere ai dati dell’identificazione biometrica dopo che stati raccolti (ore, giorni o addirittura mesi dopo!) per tornare indietro nel tempo, identificare giornalisti, persone in cerca di assistenza sanitaria riproduttiva e altro ancora.

Il regolamento sull’intelligenza artificiale condiviso dalla Commissione conteneva inoltre troppe eccezioni e prevedeva che il divieto fosse applicato solo alle forze dell’ordine, come ad esempio la polizia. Secondo questa impostazione, potremmo essere sorvegliati negli spazi pubblici da Comuni, Governi centrali, proprietari di supermercati, gestori di centri commerciali, amministrazioni universitarie e qualsiasi altro attore pubblico o privato.

Alla luce di questo quadro, una tappa importante è quella di giugno 2021, quando lo European Data Protection Supervisor (EDPS) e lo European Data Protection Board (EDPB), i due più influenti enti per la privacy a livello europeo, hanno formulato una richiesta ufficiale alle istituzioni europee per il ban della sorveglianza biometrica.

Il vero successo del 2021, però, è la risoluzione adottata dal Parlamento europeo a ottobre per chiedere il divieto completo alla sorveglianza di massa. Nonostante il report non legalmente vincolante, l’impegno dei parlamentari europei era nella giusta direzione: rilevava il rischio di discriminazioni di vario genere e le problematiche legate all’utilizzo da parte delle forze dell’ordine di software non open-source. Di conseguenza, la richiesta del Parlamento alla Commissione era quella di escludere ogni tipo di analisi di dati biometrici che potesse portare alla sorveglianza di massa negli spazi pubblici. Un passaggio rilevante per il network di Reclaim Your Face per proseguire l’advocacy per un’intelligenza artificiale realmente a servizio delle democrazie e a protezione dei cittadini.

Grazie agli sforzi del 2021, il 2022 ha visto nuovi passi avanti, culminati con gli emendamenti per il ban completo nell’AI Act.

A maggio, infatti, dopo una lettera firmata da 53 organizzazioni e inviata ai membri del parlamento europeo per richiedere di proibire la sorveglianza di massa negli spazi pubblici, il network Reclaim Your Face ha avuto l’occasione di incontrare alcuni parlamentari. Al centro della discussione: l’allargamento dello spettro del ban ad attori pubblici e privati, il divieto di utilizzo delle immagini sia in tempo reale che in differita e misure contro il riconoscimento delle espressioni emotive. A seguito dell’incontro, vari parlamentari hanno promesso un personale impegno per dare risalto alle istanze di Reclaim Your Face con emendamenti all’AI Act.

Così, a giugno 177 parlamentari europei hanno supportato il ban alla sorveglianza biometrica di massa con emendamenti e espressioni di favore alla misura all’interno del prossimo regolamento sull’Intelligenza Artificiale. Tra di loro, in 24 hanno proposto emendamenti per un divieto totale e inequivocabile di tutti i tipi di identificazione biometrica a distanza negli spazi pubblici.

I risultati ottenuti finora sono soddisfacenti, ma ancora non sufficienti. I prossimi obiettivi di Reclaim Your Face sono i ban sul riconoscimento delle emozioni con IA e sulla categorizzazione biometrica. Inoltre, sarà necessario un attento monitoraggio dei processi politici, in particolare del Trilogo, ovvero del dialogo fra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo, che porteranno al testo definitivo dell’AI Act, per poter mobilitare tempestivamente la società civile.

L’impegno è già iniziato: a novembre 20 attivisti e rappresentanti di organizzazioni non profit da tutta Europa, fra cui the Good Lobby, si sono incontrati dal vivo a Bruxelles e hanno potuto dialogare con le istituzioni per proseguire l’advocacy e perseguire l’obiettivo comune di vietare la sorveglianza biometrica di massa.