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27 Gennaio 2025

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Lobby verde e fondi UE: uno scandalo montato ad arte

L’ultimo “scandalo” sulla lobby ambientalista pagata dall’Unione europea è solo una polemica pretestuosa

di Bianca Dominante

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Da giorni si discute del presunto scandalo sollevato dal quotidiano olandese De Telegraaf, che il 22 gennaio ha denunciato presunti “fondi segreti” della Commissione europea destinati alle lobby ambientaliste. A cavalcare l’onda, una coalizione di partiti di estrema destra, sovranisti e conservatori. 

La realtà? Questi fondi fanno parte del programma “Life”, attivo dal 1992 per finanziare progetti su natura, ambiente e clima. Nulla di segreto: tutti i finanziamenti sono pubblicati e rendicontati online. 

C’è chi parla addirittura di uno “squilibrio” provocato da questi finanziamenti. Eppure, solo nel 2023, è stato il settore industriale a spendere 1,3 miliardi di euro in lobbying, mentre le principali organizzazioni ambientaliste europee hanno avuto un budget complessivo di soli 45 milioni, di cui una minima parte per attività di advocacy e lobbying. 

L’obiettivo di questi fondi è, semmai, quello di riequilibrare, almeno in parte, il divario tra chi difende un’Europa più verde e le potenti lobby aziendali, impegnate esclusivamente a difendere i propri profitti. 

Chi accusa l’UE di favorire le associazioni ambientaliste dovrebbe forse guardare in casa propria. Secondo il Corporate Europe Observatory, Monika Hohlmeier, eurodeputata PPE che da anni cerca di cancellare i fondi alla società civile, riceve annualmente 75mila euro da BayWa, la più grande società di prodotti agricoli in Germania, che svolge anche attività di lobbying presso il Parlamento europeo e ha beneficiato di 6,5 milioni di euro del programma Life.  

Sarà un caso che questo “scandalo” sia stato svelato proprio alla vigilia della discussione in Parlamento europeo sul nuovo programma dei progetti Life? O siamo di fronte all’ennesimo tentativo di attaccare la società civile per tutelare gli interessi delle grandi imprese? 

Eventuali mancanze di trasparenza nei rapporti fra ong e decisori pubblici intorno ai fondi europei per promuovere il Green Deal vanno prima di tutto provate, dato che alcuni aspetti della vicenda potrebbero essere stati strumentalizzati proprio a fini politici. Mentre si attendono gli esiti dell’audit della Corte dei Conti, è opportuno rimarcare che i finanziamenti dell’UE alla organizzazioni della società civile sono necessari per contrastare lo strapotere delle lobby industriali e riuscire a fare sentire la loro voce nel dibattito pubblico. Proprio per questo motivo vanno tutelati. 

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