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31 Marzo 2021

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Vaccini, Big Pharma e Ue: le risposte alle nostre richieste

di The Good Lobby

La campagna vaccinale contro il Covid19 riveste un’importanza vitale. Dalla società civile giunge sempre più forte la richiesta di sospendere i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini data l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia. 

Non la pensano allo stesso modo le case farmaceutiche, cosa prevedibile e comprensibile (dal loro punto di vista). 

L’Unione Europea in questo momento ha il compito di negoziare con Big Pharma quali saranno i prossimi passi. La Commissione considera l’opzione della sospensione dei diritti stabiliti dai brevetti solo come strumento di pressione verso le case farmaceutiche, e mira ad accordi per la coproduzione tra queste aziende e altre europee. L’obiettivo è aumentare la produzione con il “modello Pfizer-Sanofi”; brevetto intonso e parte della produzione appaltata, come riporta il quotidiano Domani.

Qualche giorno fa Sandra Gallina, negoziatrice per i contratti dei vaccini della Commissione, ha partecipato ad un incontro a porte chiuse organizzato da Aspen Institute e Farmindustria dal titolo “Tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale”. 

Peccato che la Direttrice generale del Direttorato Salute abbia in ordine:

  • mancato di tenere traccia di questo incontro nella sua agenda pubblica, così come prevede invece il regolamento che obbliga i membri della Commissione a rendere noti gli appuntamenti con i portatori di interessi;
  • negato in prima battuta di avere avuto l’incontro. Sappiamo quello che ha fatto in questo contesto – difendere i contratti della Commissione e la proprietà intellettuale sui vaccini-, solo attraverso le dichiarazioni del presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi.

Solo successivamente, dopo le sollecitazioni di Domani, ha ammesso la sua partecipazione ma solo a metà: dalla sua agenda infatti non emerge che Farmindustria fosse presente. 

Ma c’è di più: all’incontro ha partecipato anche lAvvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea Giovanni Pitruzzella, in qualità di vice presidente di Aspen Institute. La stessa organizzazione che ha presentato un paper a favore dei brevetti.  Questo doppio ruolo del membro della Corte a noi pare tutto fuorché appropriato: la sua partecipazione mina la sua indipendenza e non rispetta il codice di condotta da lui sottoscritto in qualità di avvocato generale della Corte. 

Un’ampia fetta di società civile chiede di attivare le clausole di emergenza degli accordi Trips per liberare i brevetti in virtù dell’emergenza sanitaria. Ciò significa che potrebbero nascere delle dispute giuridiche, su questi temi, nelle prossime settimane e mesi, e Pitruzzella come avvocato generale potrebbe doversene occupare. Eppure, i doveri dei membri della Corte sono indipendenza, discrezione, lealtà alla funzione e all’istituzione: questi principi etici richiedono di limitare prese di posizione su questioni di politica pubblica che potrebbero trovarsi oggetto di contenzioso.

Per questo abbiamo scritto una lettera al presidente della Corte di Giustizia, Koen Lenaerts, assieme all’organizzazione Corporate Europe Observatory, denunciando l’accaduto e chiedendo di sapere se Pitruzzella, avesse richiesto e ottenuto l’autorizzazione a partecipare all’incontro dall’istituzione per cui lavora, così come previsto dal codice di condotta.

La risposta della Corte di Giustizia non è tardata ad arrivare (e da questa tempestività le istituzioni italiane avrebbero da prendere esempio). 

Abbiamo avuto conferma che la partecipazione dell’Avvocato Pitruzzella non era stata autorizzata dalla Corte e siamo stati informati, inoltre, che si è dimesso dal suo ruolo di vice presidente di Aspen Institute. 

Un chiaro segnale che monitorare e pungolare le istituzioni non è solo utile ma necessario.

La immediata risposta del presidente della Corte di giustizia indica una chiara volontà di creare un precedente tra i membri della Corte. D’ora in poi la tolleranza per questo tipo di incontri non autorizzati sarà zero. La Corte di Giustizia non può  permettersi questo tipo di episodi destinati a delegittimare il lavoro delle istituzioni in un momento storico così delicato per  il processo di integrazione europea.