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Nuove rivelazioni su Renzi e Arabia Saudita: basta conflitti di interessi

“Prima era una conferenza; poi la partecipazione all’advisory board della Davos del deserto riconducibile al Fondo sovrano saudita; ora un incarico nel board della Royal Commission che si occupa della città “avveniristica” di Alula: i continui colpi di scena sulle attività segrete nella penisola arabica del Senatore e capo politico di Italia Viva Matteo Renzi fanno rimanere autenticamente basiti e preoccupano molto. Dietro la partecipazione ad advisory board si celano in realtà attività lobbistiche confermate dal suo recente viaggio in Senegal e dalla recentissima apertura di una società di consulenza ad hoc.

Renzi continua a schermarsi dietro il fatto che le sue attività non violano regole – che peraltro – come abbiamo più volte denunciato, non esistono. Come puntualmente ci ricordano tutte le istituzioni internazionali, l’Italia non ha ancora approvato una legge sui conflitti di interessi, né una regolamentazione del lobbying che renderebbero incompatibili gli incarichi extra dell’ex premier con il suo ruolo istituzionale. 

Si tratta anche di dignità politica; in Germania due deputati di maggioranza (Cdu) si sono dimessi per aver fatto attività di lobby per l’acquisto di materiali per la pandemia; l’ex premier britannico David Cameron è travolto dalle polemiche per il suo ruolo di lobbista. Renzi non può continuare a fare spallucce, perché la questione è grave, anzi gravissima e deve portare a trovare un pronto rimedio. 

Oltre 42.000 cittadini hanno firmato le petizioni di The Good Lobby per chiedere di approvare subito leggi sul conflitto di interessi e sul lobbying. E il Senato potrebbe agire immediatamente, dotandosi di un codice di condotta che renderebbe difficili giustificare le attività che Renzi sta portando avanti in sfregio al suo ruolo istituzionale. Chiediamo che questi dossier vengano affrontati al più presto possibile per restituire dignità al nostro Paese”.