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16 Settembre 2021

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Ibizagate: chi denuncia non è al sicuro, ci vuole una legge ora!

Quanto è urgente l’adozione della Direttiva europea per proteggere i segnalanti civici? Troppo, e lo dimostrano le conseguenze del più grande scandalo politico austriaco: l’Ibizagate. Questo caso deve essere da esempio per l’Italia: il tempo stringe e i fondi del Recovery Fund non sono al sicuro dalla corruzione. Il governo deve sbrigarsi!

di Fabio Rotondo

Il caso Ibizagate, Ibiza-Affäre in tedesco,  provocò nel 2019 la caduta del governo austriaco e l’abbandono immediato della carriera politica del vice-cancelliere Heinz-Christian Strache e del suo braccio destro Johann Gudenus. Non solo, la scorsa settimana Strache è stato condannato a 15 mesi di carcere con l’accusa di corruzione. Questo ha provocato al tempo anche lo scioglimento della solida coalizione fra il partito di estrema destra Libertà (FPÖ) e il Partito Popolare (ÖVP) del cancelliere Sebastian Kurz. Chi fece scoppiare l’Ibizagate oggi non è al sicuro e per questo i Paesi europei, che ancora non hanno una norma che tuteli chi denuncia corruzione e illeciti, devono adottare la Direttiva sul whistleblowing entro il 17 dicembre 2021 come previsto.

Cos’è stato l’Ibizagate e perché se ne parla ancora

A maggio 2019 oltralpe esplode l’Ibiza-Affäre: il settimanale tedesco Der Spiegel e il quotidiano Süddeutsche Zeitung pubblicano un  video sui loro siti web: il leader dell’FPÖ Strache parla di affari a Ibiza con Alyona Makarova, presunta nipote di un potente oligarca russo. Strache promette alla donna appalti pubblici esclusivi in cambio di supporto per la campagna elettorale. Il vice-cancelliere tratta anche la compravendita del giornale tabloid più popolare d’Austria, il Kronen Zeitung, in modo da orientare la linea editoriale verso posizioni anti-islam e anti-immigrazione.

L’incontro risale a luglio 2017 e a dicembre Strache vince le elezioni diventando vice cancelliere. Tuttavia non vince per mano degli oligarchi russi, perché quell’incontro è una trappola: la Makarova non ha niente a che vedere con la Russia e il colloquio viene filmato da una telecamera nascosta. L’incontro è stato pianificato dall’avvocato Ramin Mirfakhrai per incastrare Strache, e il video è stato girato dall’investigatore privato Julian Hessenthaler. A lui si deve la diffusione del video ai giornali e oggi rischia conseguenze gravissime. 

Il segnalante in pericolo

La pubblicazione del video, azione permessa dalle leggi sulla libertà di stampa, ha scatenato il più grande scandalo politico in Austria dal secondo dopoguerra e avviato un forte dibattito pubblico sulla corruzione e sull’idoneità di Strache nel ricoprire una carica istituzionale. L’anno scorso Julian Hessenthaler è stato arrestato in Germania ed estradato in Austria con accuse gravi, come falsificazione di documenti relativi al video di Ibiza e spaccio di cocaina (accusa mossa da un funzionario pubblico, a quanto pare vicino a Strache). Oltre 15 ONG, tra cui la stessa The Good Lobby e  Amnesty International, sono preoccupate per il segnalante e credono che le accuse siano in parte montate ad hoc dalle autorità austriache per mettere a tacere Hessenthaler, screditarlo davanti all’opinione pubblica e scoraggiare eventuali future voci di giustizia (whistleblowers). Negli ultimi due anni  infatti il segnalante ha subito svariati ordini di indagine europei con sorveglianza fisica, accesso a conti bancari, perquisizioni domiciliari e sorveglianza telefonica.  Per le Ong questo è un chiaro messaggio per chi vuole denunciare la corruzione. 

La Direttiva da adottare presto ma che il governo ignora 

Probabilmente se il video non fosse stato diffuso Strache e Gudenus sarebbero ancora al loro posto nel governo e nel parlamento austriaco. All’apparenza non molto è cambiato nel governo: Kurz è ancora presidente, rieletto dopo lo scandalo, ma tuttora indagato per false dichiarazioni in una commissione parlamentare relativa al caso Ibizagate. La coalizione di governo però è molto diversa rispetto al pre-scandalo perché ora al suo ’interno ci sono i Verdi. Comunque sia, grazie al video sono stati individuati politici corruttibili e questo lo si deve al segnalante Hessenthaler. I cosiddetti whistleblower vanno quindi tutelati e non perseguiti. Quanti casi di corruzione potremmo evitare in Italia se le persone si sentissero sicure a denunciare? Abbiamo tre mesi scarsi per adottare la Direttiva europea che tutela le voci di giustizia per non incorrere in sanzioni dell’UE e i fondi del Recovery Fund non sono al sicuro dalle braccia della corruzione. Al governo interessa? 

Firma la petizione! Chiedi di adottare subito la Direttiva!