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2 Febbraio 2022

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Il caso tamponi-parafarmacie mostra l’urgenza di una legge sul lobbying

Ci siamo! Conclusa l’elezione del Presidente della Repubblica abbiamo poco più di un anno per far approvare la legge sul lobbying anche in Senato. A sottolineare l’urgenza della legge è il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, entrato nella coalizione #Lobbying4Change a novembre, che commenta un clamoroso caso di favoritismo a vantaggio delle lobby dei farmacisti, più forti e più rappresentate nelle istituzioni, che continueranno ad essere gli unici soggetti a potere effettuare i test covid. Nonostante l’emergenza, infatti, le parafarmacie continueranno ad essere escluse dalla partita.

di Fabio Rotondo

Il tempo stringe, proprio per questo abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile per fare pressione sul Senato. Una legge sul lobbying è urgente in questo Paese perché con l’arrivo dei fondi europei del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) serve più trasparenza e va garantita la partecipazione equa ai processi decisionali, ai rappresentanti di tutti gli interessi in campo, altrimenti si finisce per favorire chi ha già più potere e relazioni più strette con le istituzioni. E’ esattamente quanto successo nel caso delle parafarmacie,  a cui è stata negata l’autorizzazione ad effettuare i test covid nonostante l’emergenza pandemica. Il caso clamoroso ce lo spiega Fabio Romiti, vicepresidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti.

 

Prima di spiegare cos’è successo, presenta il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti è un’associazione che da oltre 30 anni si batte per il libero esercizio della professione. Partendo dal concetto che se lo Stato ha il diritto di contingentare il numero di esercizi (farmacie) che per suo conto distribuiscono i farmaci in convenzione con il S.S.N., questo diritto viene meno quando i farmaci sono acquistati direttamente dal cittadino, sia che essi siano con o senza ricetta.

Con questa convinzione abbiamo svolto diverse azioni di sensibilizzazione sia in Italia che presso la Comunità Europea. Attraverso manifestazioni pubbliche, audizioni, pubblicazioni e un’incessante attività di divulgazione, ci siamo accreditati come “voce” autorevole, ancorché dissidente, rispetto al pensiero “unico” allora imperante.

Chiediamo cambiamenti epocali per la categoria che vengono bloccati da chi da anni svolge presso i partiti e le istituzioni attività più o meno “coperta” di lobbying. Famosa l’intervista di un ex presidente di Federfarma (l’Associazione dei titolari di farmacia) a Report in cui candidamente si affermava di sostenere economicamente le campagne elettorali di esponenti politici presenti nelle commissioni chiave del settore.

Che cosa vi ha spinto a entrare nella coalizione? 

Entrare nella coalizione Lobbyying4Change è stato un processo naturale, conoscendo noi direttamente la necessità di regolamentare i rapporti tra i portatori d’interesse e le Istituzioni. E’ stato automatico portare il proprio contributo a questa iniziativa.

Quando non esiste regolamentazione e non vi è da parte del cittadino la possibilità di verificare direttamente il grado d’influenza dei decisori, la bilancia è spostata sempre dalla parte del più forte e le decisioni non sempre sono le migliori.

Parliamo dei recenti fatti di cronaca. Come mai il Parlamento e il Governo non hanno permesso alle parafarmacie di fare i tamponi nonostante le lunghe file alle farmacie?

Quello che è successo in Parlamento sui tamponi potrebbe essere portato come esempio nel manuale di quello che accade quando non esiste una legge che regolamenti l’attività di lobbying.

Nel bel mezzo di una pandemia, con il Paese in emergenza sanitaria, la necessità di tracciare gli eventuali positivi e quindi di fare tamponi è necessità primaria. Davanti alle immagini di lunghe file davanti alle farmacie, i cittadini al freddo che aspettano il loro turno, con i contagi che crescono, vengono presentati due emendamenti che propongono di allargare alle parafarmacie la platea degli esercizi che possono fare i tamponi.

Il Governo è d’accordo, il relatore di maggioranza è d’accordo, si va al voto e gli emendamenti non passano per 13 a 11. Alcune forze di maggioranza come Forza Italia, Lega e Italia Viva si schierano contro, e addirittura il relatore di Forza Italia che si era dichiarato favorevole, vota contro.

E’ successo che gli interessi corporativi hanno prevalso rispetto a quelli generali. Quando il Presidente dei Farmacisti Italiani (FOFI), nonché membro dell’Associazione dei titolari della Lombardia è Vice Presidente della Camera, accade. Non serve che l’On. Andrea Mandelli sia all’interno della Commissione, basta che faccia sentire il suo peso e non solo nelle Commissioni. Così, un provvedimento di buon senso è stato sacrificato sull’altare della politica scritta con la p minuscola.

Secondo voi le parafarmacie sono in grado di fare i tamponi?

Le parafarmacie sono assolutamente in grado di fare tamponi antigenici, al loro interno è sempre presente un farmacista, con la stessa laurea di quello che lavora in farmacia, le regole sui locali e le modalità di esecuzioni sono regolamentate da rigidi protocolli, i collegamenti con le piattaforme del S.S.N. già in essere per la fornitura di altri prodotti (celiachia ad esempio).

Niente impedisce loro di svolgere lo stesso lavoro delle farmacie. Tra l’altro, questo è già avvenuto, allorché la regione Marche nell’aprile del 2021 autorizzò le parafarmacie ad eseguire test rapidi antigenici. Le parafarmacie nel giro di pochi giorni iniziarono ad eseguirli con soddisfazione dei cittadini e senza alcuna criticità. Peccato che durò poco perché a seguito della diffida di Federfarma, la regione ritornò sui suoi passi ed annullò il precedente decreto.

La questione non è finita qui, le parafarmacie hanno fatto ricorso, sostenute dalla nostra associazione e da altre e dopo ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato (che ha rilevato la sussistenza del ricorso) siamo oggi ad un rinvio alla Corte Costituzionale. Solo in Italia si può arrivare a ciò, ovvero giungere a così alti gradi di giudizio per impedire che altri possano fare una cosa utile per tutti come i tamponi.

Quali potrebbero essere i vantaggi per i cittadini se i tamponi potessero essere effettuati anche presso le parafarmacie?

I vantaggi potrebbero essere molteplici, riassunti in una sola parola: concorrenza.

  • Migliore accesso da parte dei cittadini alle strutture deputate all’esecuzione dei test per l’aumento del loro numero.
  •  Diminuzione dei costi, perché maggiore è il numero degli attori, maggiore è la concorrenza e quindi minore il costo per i fruitori finali.
  • Ampliamento della capacità di tracciamento da parte delle istituzioni sanitarie con conseguente maggiore capacità di prevenire e non “inseguire” il virus.

Vantaggi che in una situazione di pandemia dovrebbero essere perseguiti e non ostacolati.

In che modo una legge sul lobbying potrebbe scalfire certe rendite di posizione e incoraggiare nuovi attori a rapportarsi con i decisori pubblici?

Una legge sul lobbying dovrebbe essere annoverata tra le leggi prioritarie per questo Paese, allo stesso livello di quelle sulla Giustizia e della realizzazione del PNRR.

Serve per la modernizzazione del Paese. Serve per impedire che solo gli interessi particolari siano rappresentati, serve per conoscere quale è il livello d’indipendenza dei decisori, serve per dare la capacità ai cittadini di conoscere se coloro che hanno eletto rispondono agli interessi di molti o solo a quelli di alcuni. Serve anche ai portatori d’interesse avere un quadro razionale di norme, perché all’interno di questo quadro hanno piena legittimazione della propria attività.

In un Paese moderno non si dovrebbe avere paura di una legge che regola le “influenze”, al contrario si dovrebbe avere paura di una sua assenza. Una legge di questo tipo dovrebbe essere, a nostro avviso, affiancata anche da un ordinamento più puntuale sul conflitto d’interessi, perché non è ragionevole che il Presidente di un Ente pubblico come risulta essere un ordine professionale possa essere anche parlamentare. Candidarsi al Parlamento Italiano ed essere eletto è un diritto, mantenere cariche in conflitto no.

Cosa puoi fare tu, lettore? 

Firma e fai firmare la petizione! Il 30 giugno 2021 con la nostra petizione abbiamo convinto la Camera dei Deputati a portare avanti la legge e ad approvarla a gennaio 2022. Aiutaci a fare pressione sul Senato e sostienici! Non solo, firma anche la petizione per fermare il conflitto d’interessi: https://www.thegoodlobby.it/campagne/conflitto-di-interessi/