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21 Dicembre 2023

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Commissione Eu: presentata la direttiva contro le interferenze di Paesi terzi.

A farne le spese, però, sarebbe soprattutto il Terzo Settore.

di Bianca Dominante, Fabio Rotondo

Martedì 12 dicembre la Commissione europea ha presentato il pacchetto “Difesa della Democrazia, una proposta di direttiva per obbligare i gruppi d’interesse e di lobbying che operano per conto di soggetti non appartenenti all’UE a iscriversi a un registro per la trasparenza. Con questa legge l’Unione europea vorrebbe, almeno teoricamente, tentare di proteggere la politica europea dalle interferenze straniere. 

Questa legge, qualora venisse approvata, riguarderebbe tutti i soggetti che svolgono attività di lobbying e di rappresentanza di interessi, dalle organizzazioni private (società di consulenza), alle organizzazioni non profit fino ai singoli individui la cui occupazione principale o occasionale consiste nell’influenzare i processi decisionali degli Stati membri o delle istituzioni europee per conto di un’entità di un Paese terzo. 

Ciò che determina l’obbligo di registrazione non sarebbe tanto la provenienza del finanziamento da un Paese terzo, quanto le attività di lobbying svolte per conto di quel Paese. Ma cosa si intende con “lobbying e rappresentanza di interessi”? Come riportato da Alberto Alemanno, fondatore di The Good Lobby, purtroppo la definizione di attività di rappresentanza di interessi della direttiva è estremamente ampia, ciò mette a rischio qualsiasi tentativo di fare pressione sulle istituzioni, anche e soprattutto da parte delle ONG e tutti i rappresentanti della società civile, fortemente screditati in seguito alle vicende dello scandalo “Qatargate”. 

Secondo quanto previsto dalla legge, infatti, sarebbe sufficiente organizzare o prendere parte a una riunione, una conferenza o un’audizione pubblica, predisporre una campagna pubblicitaria, ricorrere al lavoro di un influencer o redigere documenti politici, emendamenti o lettere aperte per cadere nelle restrizioni della direttiva. È incluso, dunque, qualsiasi tentativo di influenzare le politiche nazionali o dell’Unione europea, compreso l’impatto che queste attività potrebbero avere sull’opinione pubblica. 

Questa definizione estremamente ampia di “attività di rappresentanza di interessi” finirebbe solo per alimentare un campo minato di interpretazioni inesatte e contrastanti. The Good Lobby ha preparato un dossier dettagliato su come gli agenti stranieri sono regolamentati all’estero per aiutare le istituzioni europee a fare la scelta giusta.