18 Settembre 2024
Debora M.
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matteo f.
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andre t.
23 ore, 18 min fa
Con il nuovo codice etico del Parlamento europeo, entrato in vigore lo scorso aprile, gli europarlamentari hanno, tra le altre cose, l’obbligo di dichiarare possibili conflitti di interessi tra la carica pubblica e attività lavorative, di consulenza o qualsiasi altro interesse privato, proprio o dei familiari.
Questo codice etico è stato introdotto dal Parlamento guidato da Roberta Metsola in seguito allo scandalo “Qatargate” che nel 2022 ha fatto emergere corruzione, lobbying illecito e conflitti di interessi proprio nel cuore delle istituzioni europee. Tale codice è valido per quasi tutte e tutti gli europarlamentari, con un’eccezione illustre: chi ricopre la carica di Presidente del PE, ovvero Metsola stessa, è esonerato da quest’obbligo.
E qui casca l’asino, perché proprio suo marito, Ukko Metsola, sembra essere uno dei principali lobbisti in Europa per il Royal Caribbean Group, la seconda compagnia di navi da crociera più grande al mondo.
Sebbene non ci siano prove, come sostenuto dal quotidiano Politico, che Metsola “abbia usato i suoi poteri ufficiali per influenzare impropriamente” le norme europee e favorire gli interessi dell’azienda del marito, è altrettanto vero che Ukko Metsola, in qualità di marito della presidente del Parlamento europeo, ha preso parte a moltissimi incontri con capi di Stato e di governo e potrebbe aver sfruttato tali occasioni per raccogliere contatti e informazioni e costruire relazioni utili per la sua attività di lobbista. Difficile a dirsi.
Non va poi dimenticato che il settore delle navi da crociera per cui lavora il first gentleman è uno dei più inquinanti al mondo e spesso le priorità di questa industria sono in netto contrasto con quelle del Parlamento, che invece cerca di portare avanti il processo di transizione ecologica all’interno dell’Unione europea.
È vero che Metsola non ha mai nascosto l’attività lavorativa del marito, tuttavia non ha neppure diffuso attivamente informazioni al riguardo: dei 14 eurodeputati, funzionari e attivisti anticorruzione sentiti da Politico, solo due sapevano che Ukko Metsola lavorasse come lobbista. Che simili episodi abbiano come protagonista una delle cariche più influenti d’Europa dimostra chiaramente ciò che avevamo purtroppo previsto già da tempo: le norme su trasparenza e integrità adottate dal Parlamento europeo sono poco efficaci e mal concepite, presentate con l’obiettivo più che altro di placare gli animi dopo il Qatargate piuttosto che con la reale intenzione di combattere la corruzione e il lobbying opaco all’interno delle istituzioni europee.
A gennaio 2023, in seguito alla presentazione del pacchetto sulla trasparenza da parte del PE, avevamo analizzato una ad una tutte le misure, spiegando perché, nonostante lo sforzo, non fossero sufficienti per per prevenire a monte futuri scandali.