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6 Novembre 2024

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“Se Non Voli, Non Voti” va in Senato

La campagna per il diritto di voto a distanza degli italiani residenti fuori dall’UE presenta il nuovo report

di Bernardo Biscaretti

Firma ora per garantire il voto da remoto alle Elezioni Europee degli italiani residenti fuori dall'Unione Europea

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“Con la nostra campagna portiamo la testimonianza delle centinaia di migliaia di persone residenti fuori dall’UE che alle scorse Europee non hanno avuto la facoltà facile e libera di esercitare un diritto fondamentale se non a costo di volare a caro prezzo, anche in termini di impatto ambientale, per recarsi alle urne in Italia.” Sono le parole di Giulia Gentile, docente della University of Essex e prima firmataria della campagna Se Non Voli Non Voti, in occasione dell’evento “Il Voto non è scontato” che abbiamo organizzato il 6 novembre al Senato insieme alla Rete Voto Sano da Lontano, il comitato Io Voto Fuori Sede e Will Media, per denunciare l’arretratezza dell’Italia sul tema del voto a distanza e le sue ripercussioni in termini di astensionismo involontario.


Tra le varie testimonianze delle categorie più colpite dai limiti della legge elettorale che non prevede il voto da remoto per chi vive lontano dal proprio Comune di residenza, Gentile ha portato la voce di un’altra comunità lasciata ai margini della democrazia: quella degli italiani residenti fuori dall’UE, impossibilitati a votare da remoto alle elezioni europee. Questa grave disparità normativa, che colpisce circa 4 milioni di connazionali, è analizzata inoltre nel report che abbiamo presentato in occasione dell’evento.

Attualmente, la legge italiana preclude a questi cittadini il diritto di votare a distanza per le elezioni del Parlamento europeo, obbligandoli a rientrare in Italia per poter esercitare il loro diritto di voto. Questa discriminazione non solo limita la partecipazione democratica, ma impone costi e difficoltà logistiche, scoraggiando molti elettori dall’esprimere la propria voce nelle urne. 

La campagna “Se Non Voli, Non Voti” è nata per rispondere a questa ingiustizia e per richiedere una revisione normativa che permetta a tutti gli italiani, indipendentemente dal luogo di residenza, di votare per i propri rappresentanti al Parlamento europeo senza discriminazioni. Riteniamo che tale revisione è fondamentale per evitare una divisione tra “italiani di serie A” e “italiani di serie B” e promuovere l’eguaglianza e l’inclusione, valori centrali per una democrazia rappresentativa e moderna. L’accesso al voto deve essere garantito a tutti, anche per rispondere al crescente fenomeno dell’astensionismo, che indebolisce il rapporto tra cittadini e istituzioni e compromette la partecipazione attiva alla vita politica​. 

Il report evidenzia come l’Italia sia uno degli ultimi sei Paesi dell’Unione Europea a non garantire il diritto di voto a distanza ai propri cittadini residenti fuori dall’UE, ponendola in netto contrasto con gli standard democratici degli altri Paesi membri. Negli ultimi anni, la maggioranza degli Stati membri ha infatti aggiornato le proprie normative, introducendo modalità di voto a distanza come il voto per corrispondenza o tramite i consolati. Tali misure sono già state adottate con successo da Paesi come Germania, Francia e Spagna, dimostrando che esistono soluzioni praticabili e già collaudate che l’Italia potrebbe adottare senza difficoltà tecniche. 

“L’evento di oggi ha offerto opportunità di confronto, ascolto e scambio tra connazionali e istituzioni. – commenta Giulia Gentile – Un dato incontrovertibile è emerso: la democrazia italiana è viva e tenace, come dimostrato dalle numerose associazioni rappresentanti italiani fuori sede e all’estero che hanno lamentato gli ostacoli al diritto di voto alle scorse elezioni europee. Le nuove generazioni che sono cresciute in un mondo mobile e globalizzato devono ricevere riconoscimento effettivo dei loro diritti politici, e vogliono essere ascoltate e partecipare alla cosa pubblica. Bisogna rendere questi connazionali attualmente invisibili visibili alle istituzioni.”

L’appello al Parlamento italiano è chiaro: è urgente colmare una lacuna legislativa che esclude milioni di italiani all’estero dal voto europeo e adottare soluzioni moderne che garantiscano a tutti i cittadini pari diritti democratici. L’introduzione del voto a distanza, oltre a rappresentare una scelta sostenibile che ridurrebbe viaggi lunghi e costosi, allineerebbe l’Italia agli altri Stati membri, offrendo a tutti la possibilità di partecipare alla vita democratica indipendentemente dalla loro residenza. 

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