Giulia S.
Ieri
Mario M.
2 giorni fa
Luca giuseppe G.
3 giorni fa
Confrontando i numeri delle Europee 2024 – 24mila iscritti e oltre 19mila votanti – con quelli dei Referendum, è evidente ciò che sosteniamo da tempo: l’astensionismo involontario si può ridurre con norme che favoriscano davvero la partecipazione. Come, per esempio, una legge sul voto fuori sede.
Siamo solo alla seconda sperimentazione di voto a distanza, e il numero dei partecipanti è già triplicato: è bastato estendere la possibilità, riservata in passato solo a studenti e studentesse, anche a chi vive lontano da casa per motivi di lavoro o cura.
Non va dimenticato, inoltre, che registrarsi per votare a distanza ha richiesto un iter tutt’altro che immediato, con appena un mese di tempo per completare la procedura e una comunicazione istituzionale praticamente assente.
Insomma, nonostante le mille difficoltà e la scarsa informazione, il voto fuori sede funziona. E potrà funzionare sempre meglio: serve solo un po’ di tempo affinché la cittadinanza si abitui e prenda confidenza con uno strumento che, fino a due anni fa, sembrava impensabile.
Questo Referendum, al di là dell’esito elettorale, ha dimostrato una cosa in modo inequivocabile: l’Italia non può più rimandare l’approvazione della legge sul voto fuori sede, ferma in Senato da un anno e mezzo.
Tutte e tutti i cittadini italiani devono poter votare a distanza per ogni tipo di elezione, come già avviene negli altri Paesi europei. Firmate la nostra petizione per il voto fuori sede!
*in foto elettrici fuori sede in fila al Liceo Scientifico Statale “A. B. Sabin” di Bologna