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1 Ottobre 2020

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L’Ue analizza lo stato di diritto: male l’Italia per assenza di legge sul lobbying e politici ricollocati

Giustizia, lotta alla corruzione e trasparenza non sono orpelli ma elementi essenziali, anche per quanto riguarda la competitività economica a livello globale.

di The Good Lobby

Firma per fermare i conflitti di interessi

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  • Nardino D.

    1 giorni fa

  • Flavia F.

    2 giorni fa

  • Barbara C.

    3 giorni fa

Il fatto che l’Unione europea per la prima volta analizzi in un report lo stato di diritto degli Stati membri (il famoso Rule of Law, per dirla in termini internazionali) è un segnale importantissimo. Giustizia, lotta alla corruzione e trasparenza, infatti, non sono orpelli ma elementi essenziali, anche per quanto riguarda la competitività economica a livello globale.
Quando lo capiremo sarà sempre troppo tardi e il fatto che anche in Europa si arrivi solo ora a dare il giusto peso a questo aspetto cruciale della democrazia la dice lunga. Uno Stato trasparente, che garantisce la certezza della legge è infatti uno Stato più affidabile e di conseguenza appetibile in termini di investimenti.

Dal report europeo l’Italia non esce benissimo (ma c’era da aspettarselo): viene “condannata” l’inerzia italiana nel normare i conflitti di interessi – anche se è recentissima la notizia che la discussione della riforma sta per essere ripresa alla Camera la prossima settimana. Speriamo sia la volta buona per portare fino in fondo un provvedimento che non può più aspettare, come confermano le circa 22.000 firme raccolte dalla petizione Stop conflitto di interessi.

Un’altra tirata d’orecchi è arrivata per l’assenza – in Italia – di una regolamentazione organica del “revolving doors”. Ancora oggi si assiste infatti passivamente alla “ricollocazione” di politici e ex capi di gabinetto in ruoli apicali all’interno delle partecipate o nelle vesti di lobbisti per grandi aziende. Una situazione non più tollerabile per un Paese serio.

Conflitto d’interessi e regolamentazione del lobbying (per cui è attiva un’altra petizione giunta a 11.000 firme) erano tra gli elementi fondanti del programma elettorale di una delle principali forze al Governo – il Movimento 5 Stelle – ma ad oggi stiamo ancora aspettando e l’Europa ce lo fa ulteriormente notare.

Possiamo sperare che in vista del Recovery Fund finalmente si possa arrivare al “miracolo” che permetta all’Italia di diventare un Paese serio sul fronte della trasparenza e lotta alla corruzione?

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