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2 Luglio 2021

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Semplificazione, whistleblowing e monitoraggio civico: la ricetta anticorruzione

Semplificare, ma senza sacrificare i presìdi di legalità: è questo il messaggio che il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) Giuseppe Busia ha rivolto al Parlamento lo scorso 18 giugno in occasione della presentazione della Relazione annuale dell’attività svolta. Insieme ai meccanismi di controllo istituzionali, sono i cittadini stessi a poter svolgere un ruolo fondamentale nella lotta alla corruzione, grazie al whistleblowing e al monitoraggio civico.

di Davide Muraro

Semplificazione sì, corruzione no

Come anche noi di The Good Lobby avevamo scritto, il Presidente Busia ha ricordato l’importanza di rendere le procedure di controllo più snelle, anche grazie alla digitalizzazione, senza però che queste semplificazioni vadano a intaccarne l’efficacia. Ma è necessario fare di più per sconfiggere la corruzione: “Bisogna superare impostazioni incentrate su meri adempimenti procedurali, cogliendo la straordinaria opportunità offerta dal momento attuale per muoversi secondo logiche “di sistema”, ponendo sempre più al centro l’amministrazione, la sua organizzazione e i suoi dipendenti.”

Insomma, non possiamo abbassare la guardia in questa fase cruciale. L’arrivo degli investimenti europei del Recovery Fund implica grandi responsabilità per il nostro Paese e, di conseguenza, maggiori rischi. L’Italia non si può permettere di regalare al malaffare queste risorse: non c’è in gioco solo la nostra credibilità internazionale, ma anche il futuro che vogliamo restituire alla nuove generazioni, che già devono scontare il fardello della crisi economica e sociale causata dalla pandemia, così come l’emergenza climatica e ambientale. In questo contesto, abbiamo bisogno di più strumenti nella cassetta degli attrezzi contro la corruzione, a partire dalla prevenzione e dal rafforzamento della struttura dell’ANAC, salvaguardando l’indipendenza e l’efficacia dell’azione degli organismi di vigilanza.

I whistleblowers come vedette civiche

La cultura della legalità e la sua promozione non deve essere però una priorità solo per le istituzioni di controllo. Sono i cittadini a poter fare la differenza e le nuove disposizioni europee sulla segnalazione di illeciti sul posto di lavoro (c.d. “whistleblowing”) lo riconoscono. La Direttiva Europea include innovazioni importanti che rafforzano la protezione di chi segnala un illecito sul lavoro, sia nel settore pubblico che in quello privato. Si tratta quindi di un passo avanti importante, che arriva in un momento altrettanto decisivo. Il Presidente Busia ha sottolineato che le norme europee offrono una grande opportunità; proprio per questo The Good Lobby ha lanciato una petizione per chiedere al Governo la piena attuazione della Direttiva in tempi brevi, potenziando le tutele per i segnalanti.

La diffusione di questo dispositivo è in costante crescita: se nel 2015 le segnalazioni erano poco più di 100, l’anno scorso sono state 622. L’aumento dei casi di whistleblowing è comunque limitato da pregiudizi e talvolta da un uso strumentale di queste misure. Ora quindi, oltre a rinforzare la legislazione, abbiamo una sfida culturale da vincere, “facendo crescere la consapevolezza del fatto che i veri whistleblowers, autentiche “vedette civiche” capaci di mettere in gioco i propri interessi per denunciare i comportamenti illeciti, sono una leva fondamentale non solo per far emergere corruzione e malaffare, ma anche per far crescere e migliorare il settore pubblico e quello privato”, come ha evidenziato il Presidente Busia.

Trasparenza 4.0 per il monitoraggio civico

Fino ad ora, la gestione del Recovery Fund e la sua pianificazione in Italia ha escluso totalmente la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni della società civile. Questo è un errore che il nostro Paese non può ripetere nella fase di esecuzione del PNRR, quando sarà fondamentale l’occhio vigile di tutti per proteggere questi fondi dal malaffare e dalle influenze illecite. Senza una piattaforma aperta della trasparenza, con dati accessibili e completi, sarà però una missione impossibile. Noi lo abbiamo chiesto al Governo e l’ANAC ci ha fatto eco, perché, nelle parole del Presidente Busia, “la trasparenza è un pilastro del sistema di prevenzione, uno dei principali antidoti contro corruzione e cattiva amministrazione. Se ben organizzata e adeguatamente mirata, la trasparenza non rallenta la macchina amministrativa, favorisce la partecipazione civica e l’accesso ai servizi, assicurando il pieno rispetto dei diritti fondamentali delle persone interessate”.

Infine, anche in questo ambito, abbiamo ancora della strada da fare per valorizzare strumenti come l’accesso civico e l’accesso generalizzato – oggi disponibili nel nostro Paese anche grazie a una lunga campagna di The Good Lobby – che sono ancora poco conosciuti o utilizzati male dalle amministrazioni e dai cittadini.

Aiutaci a proteggere l’Italia da corruzione e malaffare!

Fai sentire la tua voce firmando la nostra petizione sulla segnalazione di illeciti sul lavoro e partecipa anche tu al monitoraggio civico del Recovery Fund.