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23 Luglio 2021

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Ci mancava solo l’UE: tutti chiedono all’Italia norme anticorruzione

“La pandemia di COVID-19 ha aumentato significativamente il rischio che la criminalità si infiltri ulteriormente nell’economia legale dell’Italia tramite la corruzione e i reati ad essa connessi” dice il rapporto della Commissione Europea. Adesso tutti, ma proprio tutti, chiedono misure urgenti per prevenire la corruzione. Avanti allora con la regolamentazione del lobbying, conflitto d’interessi e whistleblowing. Il tempo stringe.

di Fabio Rotondo

Ripeterci non ci piace, ma negli ultimi mesi tutti i più grandi organismi internazionali hanno chiesto al governo italiano di regolamentare il lobbying, il conflitto d’interessi, e di adottare la Direttiva UE sul whistleblowing. L’ultima a esprimersi nell’ultimo anno, dopo il Commissario alla Giustizia Didier Reynders (24 febbraio) e il GRECO-Gruppo di Stati Contro la Corruzione del Consiglio d’Europa (29 marzo), è stata la Commissione Europea con il rapporto sullo stato di diritto uscito il 20 luglio.

Quindi ci tocca, ancora una volta, ricordare al governo e al Parlamento che i temi elencati sono urgenti e fondamentali per il nostro Paese. Soprattutto adesso che i fondi del Recovery Fund sono in arrivo.

Leggi cosa ha detto la Commissione UE!

 

Lobbying: a ottobre avremo (finalmente) una legge?

 

“Non esiste alcuna legge relativa alle attività di lobbying nei confronti di membri del Governo, ma sono stati presentati in Parlamento diversi progetti di legge” scrive il rapporto UE. I testi presentati sono di Francesco Silvestri (M5S) e Silvia Fregolent (IV), li abbiamo incontrati insieme il 30 giugno in piazza Montecitorio durante il nostro evento. Hanno promesso che si impegneranno a portare un testo unificato in Aula entro ottobre. Forse, è la volta buona e vigileremo affinché lo sia.

“Finché non esisterà un registro delle lobby operativo, compresa un’impronta legislativa, la regolamentazione delle attività di lobbying relative al governo resta frammentata” ribadiscono dall’UE, riconoscendo la buona esperienza del registro del Ministero dello Sviluppo Economico. Non possiamo che essere d’accordo.

Per scoprire di più sul tema leggi qui.

 

Whistleblowing: dobbiamo accelerare con il recepimento della Direttiva

 

Se non si adotta la Direttiva europea “la tutela degli autori di segnalazioni di illeciti rimane limitata, poiché si basa su programmi di conformità su base volontaria che non tutte le società hanno predisposto”. L’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, non ha il mandato per ricevere segnalazioni dal settore privato e non può emanare sanzioni. Il nostro Paese deve estendere la protezione dei segnalanti alle aziende private con almeno più di 50 dipendenti, questo sarà un ottimo passo avanti contro la corruzione. Tutti gli Stati membri dell’Unione devono adottare la Direttiva entro il 17 dicembre, altrimenti andranno incontro ad una procedura d’infrazione, cioè sanzioni.

Per approfondire il whistleblowing puoi guardare qui.

 

Conflitto d’interessi: le porte girevoli sono (sempre più) un problema

 

“Finché non entrerà in vigore una nuova legge, la legislazione sui conflitti di interesse rimarrà frammentata. Analogamente, rimane frammentato e non trasparente il regime relativo alla pubblicazione delle dichiarazioni patrimoniali dei deputati e dei senatori”. La Commissione con queste parole non lascia spazio a fraintendimenti. La proposta di legge sui conflitti di interessi per i parlamentari, (puoi approfondire qui) è pendente in Parlamento dal 2019. E’ il momento di rispolverarla e approvarla.

Nel rapporto viene dedicato anche un paragrafo alle porte girevoli (o revolving doors), noi ne abbiamo parlato qui, segnale che il tema è da affrontare con una certa urgenza. La Commissione dice chiaramente che la proposta di legge, presentata nel 2020, che prevede regole per i parlamentari e le cariche esecutive deve essere estesa anche ai funzionari pubblici direttamente collegati ai ministri (ad esempio i capi di gabinetto).

Ancora sul tema del conflitto d’interessi, la Commissione si dice preoccupata per la libera informazione: “L’indipendenza politica dei media italiani continua a destare preoccupazione a causa della mancanza di una legge efficace che disciplini i conflitti di interessi. I progetti di riforma sono sempre pendenti in Parlamento nonostante la questione resti un argomento politico cruciale nel Paese”. A rafforzare le preoccupazioni è il rapporto 2021 dell’Osservatorio del pluralismo dei media (MPM) che segnala come in Italia tutti i mezzi di informazione siano concentrati nelle mani di pochi.

Insomma, le problematiche sono tante ma nulla si muove. Con l’arrivo dei fondi europei del Recovery Fund dobbiamo attivare tutti gli strumenti possibili per evitare che parte del denaro pubblico finisca ad alimentare clientelismo e corruzione.

 

Abbiamo bisogno di te per smuovere le cose

Tre argomenti, tre petizioni. Sono tutte importantissime in questo momento. Firmale, diffondi questo articolo, sostienici. I fondi europei sono in arrivo e noi non siamo pronti a riceverli. Prima, abbiamo bisogno di garanzie. Diciamo basta alla corruzione.